George Floyd non sarebbe dovuto morire. L’agente di polizia che lo ha fermato, bloccandolo a terra con un ginocchio sul collo, gli avrebbe impedito di respirare per otto minuti. Sotto gli occhi del partner che è rimasto in silenzio e la gente che gli chiedeva di lasciarlo stare.
Era chiaro a tutti che lo avrebbe portato alla morte, in questo modo, e probabilmente anche all’ufficiale. Le indagini dimostreranno se si è trattato – come sembra dalla documentazione video prodotta – di un atto scellerato di razzismo o meno.

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Sinora tutte le prove fanno pensare che George Floyd non abbia fatto nulla per meritare un placcaggio del genere, tantomeno per andarsene via in quel modo barbaro. Il sindaco di Minneapolis, Jacob Frey, ha chiesto che l’agente venga arrestato e sottoposto a un giusto processo. Mentre sono stati identificati e licenziati i quattro poliziotti coinvolti nell’episodio. Si tratta di Derek Chauvin, Thomas Lane, Tou Thao e J Alexander Kueng.
«Se la maggior parte delle persone, in particolare le persone di colore, avesse fatto ciò che un agente di polizia ha fatto lunedì (25 maggio ndr), sarebbe già dietro le sbarre»: ha dichiarato il sindaco. «Ecco perché chiedo al procuratore della contea di Hennepin, Mike Freeman, di formulare delle accuse contro l’ufficiale e di arrestarlo»: ha concluso.
Un altro video che documenta quanto accaduto qualche giorno fa mostra chiaramente come il comportamento di Floyd non giustificasse in alcun modo l’atteggiamento violento adottato dalla polizia.
L’esecutore materiale dell’atto di razzismo che ha portato alla morte di un uomo pare sia Derek Chauvin. Al suo attivo non ha solo questa operazione poco chiara: ci sono almeno altre tre occasioni in cui il suo comportamento ha destato sospetti, tra le quali quella che ha portato alla morte di Wayne Reyes nel 2006.
Lo stesso vale per Tou Thao, accordatosi in tribunale a seguito di una citazione in giudizio per uso eccessivo della forza nel 2017. Pare che abbia ammanettato e colpito un uomo «fino a quando i suoi denti si sono rotti».Gli altri due agenti, invece, pare siano alle prime armi. Anche se questo non giustifica il loro mancato intervento in difesa di un uomo che è stato trattenuto fino al soffocamento.
https://www.youtube.com/watch?v=EKV7Mi9YUAQ
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In conferenza stampa, i funzionari si sono rifiutati di confermare se Chauvin sia l’ufficiale visto inginocchiato su Floyd. Le indagini sono ancora in corso e assicurano che stanno procedendo rapidamente.Le autorità hanno anche rivelato che l’autopsia deve ancora essere eseguita su Floyd, 46 anni.
La morte di un uomo di colore, l’ennesima negli Stati Uniti, ha spinto migliaia di manifestanti a scendere in piazza per chiedere giustizia. Secondo quanto riferito dalla polizia, l’operazione era volta a fermare l’uomo accusato di contraffazione. All’interno della sua auto, intorno alle 20, gli è stato chiesto di uscire dal veicolo ed è successo quello che tutti abbiamo visto dai video pubblicati.
Altri filmati mostrano due ufficiali che lo rimuovono con la forza dalla sua auto e lo ammanettano davanti a un negozio di alimentari tra la 38esima e la Chicago Ave, nel sud di Minneapolis. Dalle immagini sembra evidente come non ci sia stata nessuna resistenza all’arresto.
Poi, prima che finisca la clip, si vede un altro agente di polizia che aiuta a scortare George Floyd in una delle pattuglie vicine. Il resto dell’accaduto, invece, viene ripreso da un altro video: quello già ampiamente condiviso in rete.
Floyd supplica Chauvin di fermarsi, dicendogli: Per favore, per favore, non riesco a respirare. Mi fa male lo stomaco, il collo. Mi fa male tutto». Le persone che, accorse, incitavano l’agente a fermarsi sono state ascoltate dagli inquirenti. Adesso speriamo venga fatta giustizia.
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