Giuseppe Remuzzi, direttore dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri di Bergamo, fa un’analisi dettagliata della pandemia che ha colpito l’Italia. Secondo lui, ha avuto tre facce diverse: una al Nord, una al Centro e una al Sud. «È più corretto parlare di tre diverse manifestazioni dell’epidemia. Non sono il solo ad avere questa opinione: la condivido per esempio con Donato Greco, un grandissimo esperto di epidemie».
«Quando è stata annunciata la chiusura della Lombardia, molte persone sono partite per il Sud, oltre 800 solo da Milano. Ma nelle regioni meridionali i casi di Covid sono stati estremamente limitati»: ha aggiunto.
LEGGI ANCHE: La diffusione del Covid da asintomatici è “molto rara”, lo afferma l’OMS
«L’epidemia attacca i cosiddetti cluster, gruppi di persone che vivono in luoghi chiusi e hanno contatti ravvicinati: famiglie, Rsa, ospedali. Lì c’è stata l’esplosione dei contagi, grazie anche ai superdiffusori, persone in grado di trasmettere il virus a molti altri. In Lombardia da pochi cluster è nato il disastro a cui abbiamo assistito».
Non si fermano qui le considerazioni di Giuseppe Remuzzi: «Lo stesso è accaduto in Cina, dove sono stati individuati 318 gruppi di forte trasmissione». In questo modo si spiegherebbe perché, in aree dove l’attenzione agli anziani è stata maggiore, la diffusione del Coronavirus sia stata così forte, violenta.
«Negli ospedali non abbiamo più pazienti Covid da oltre un mese, nonostante ci siano persone positive. Un’ipotesi è che la concentrazione del virus nelle alte vie respiratorie sia molto meno significativa rispetto a 2-3 mesi fa»: ha sottolineato.
E ancora: «Quasi tutte le epidemie prima o poi si attenuano naturalmente». In quest’ottica, Remuzzi si dice favorevole «alle riaperture, con le giuste precauzioni: distanziamento, mascherina, igiene delle mani». Infine, sulla riapertura delle scuole ha detto: «Ho sostenuto più volte che potevano essere riaperte a giugno, anche per evitare che i bambini vivano una situazione psicologica troppo pesante».
LEGGI ANCHE: L’obesità aumenta la mortalità. Lo studio.