Al San Diego Zoo Safari Park, in California (Stati Uniti d’America), diversi gorilla sono risultati positivi al coronavirus. Potrebbero essere il primo caso di scimmie contagiate non solo degli USA ma del mondo.
I funzionari dello zoo hanno riferito che ritengono che i gorilla siano stati infettati da un membro del personale asintomatico che aveva seguito le raccomandazioni di sicurezza, compreso l’indossare i dispositivi di protezione individuale quando si trovava vicino agli animali.
I veterinari stanno monitorando da vicino gli otto gorilla. Gli animali, comunque, a parte qualche colpo di tosse, stanno bene, come ddichiarato da Lisa Peterson, direttore esecutivo dello zoo.
Ora, sono i tre animali che hanno manifestato il sintomo della tosse ma, dal momento che i gorilla sono animali sociali, «dobbiamo presumere che tutti i membri del gruppo familiare siano stati opposti».
Gli esperti della fauna selvatica hanno palesato preoccupazione perché i gorilla – una specie in via di estinzione – condivide il 98,4% del DNA con gli esseri umani.
Venerdì scorso i test del California Animal Health and Food Safety Laboratory System hanno mostrato che il coronavirus era presente nella materia fecale del branco. Il giorno dopo i test nei laboratori dei servizi veterinari nazionali hanno confermato il contagio.
Il San Diego Zoo Safari Park è chiuso dal 6 dicembre a causa del lockdown in California e l’habitat dei primati in cui sono ospitati i gorilla non pone «alcun rischio per la salute pubblica», secondo quanto detto dai funzionari.
Dopo il caso dei gorilla infettati, nel parco sono state integrate nuove misure di sicurezza per il personale, come la visiera e gli occhiali protettivi quando si lavora a stretto contatto con gli animali.
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