Era necessaria una risposta al problema di tantissime famiglie italiane, ovvero i costi dell’energia e, quindi, le spese che molte di queste devono affrontare sul fronte energia. Il Consiglio dei Ministri ha approvato il tanto atteso decreto bollette. Ciò che è contenuto nel decreto è un sistema di sostegni che varieranno di trimestre in trimestre a seconda delle condizioni del mercato dell’energia.
Ciò che molte famiglie si aspettavano erano una serie di sostegni atti a mantenere la possibilità di arrivare a fine mese senza salassi imprevisti. È successo con lo scorso governo e nella prima fase dell’attuale. Bonus sociale e sgravi per le imprese hanno fatto sì che molte famiglie non arrivassero a saltare per impossibilità ogni tipo di pagamento, accumulando debiti che possono diventare dolorosi.

Proprio il bonus in bolletta ha permesso a molti cittadini di affrontare altre spese necessarie. Ovviamente, senza il timore di dover tagliare e risparmiare su altre voci, anche più importanti in famiglia. Con il nuovo Decreto bollette alcune cose, però, stanno per cambiare.
Ci saranno alcuni aumenti. Questa è la considerazione che sta alla base di un momento economico assai difficile. Non solo per la crisi energetica ma anche per una serie di conseguenze a catena della guerra che si sta combattendo tra Nato e l’asse Russia-Cina.
A partire da quest’anno, le forniture di servizi di teleriscaldamento addebitate nelle fatture emesse per i consumi stimati o effettivi dei mesi di gennaio, febbraio e marzo 2023 sono assoggettate a Iva con l’aliquota ridotta al 5% e sono messi da parte gli oneri di sistema. Una notizia positiva, ovvio. Per quanto riguarda gli utenti i cui consumi sono inferiori ai 5000 metri cubi di gas annui il contributo sarà rinnovato solo per il mese di aprile. E sarà anche ridotto del 65%. Ovvero, il contributo sulla componente fissa sarà solo del 35%.
In parole povere, con la diminuzione del contributo, i consumatori dovranno rimettere in media, di tasca propria, circa 300 euro in più su base annua rispetto al periodo agevolato. Una vera e propria mazzata alle finanze familiari. Immaginiamo cosa potrà succedere se il contributo dovesse essere completamente abolito dopo aprile e maggio.

Si potrebbero avere degli aumenti su base annua intorno ai 450 euro. I risparmi messi da parte l’anno scorso, in pratica, ritornano in conto spesa per l’energia.