In Svizzera ha vinto il sì nel referendum sul divieto del coprire il viso in pubblico, compreso il burka o il niqab indossati dalle donne musulmane, che si è e svolto ieri, domenica 7 marzo.
La misura è passata con il 51,2% a favore e il 48,8% contrario.
La proposta è stata avanzata dal Partito popolare svizzero (SVP) di destra che ha condotto una campagna con lo slogan: «stop all’estremismo».
Invece, come riportato sulla BBC, un gruppo islamico svizzero ha parlato di «giornata buia» per i musulmani.
Il Consiglio centrale dei musulmani, in una nota, ha affermato: «La decisione odierna apre vecchie ferite, amplia ulteriormente il principio di disuguaglianza giuridica e invia un chiaro segnale di esclusione alla minoranza musulmana». Annunciato un ricorso in tribunale.
Il governo svizzero si era opposto al divieto dicendo che non spettava allo Stato stabilire cosa debbano indossare le donne.
Tra l’altro, secondo una ricerca dell’Università di Lucerna, quasi nessuna in Svizzera indossa il burka e soltanto una trentina di donne indossano il niqab. Inoltre, circa il 5% della popolazione svizzera di 8,6 milioni di persone è musulmana, la maggior parte originaria della Turchia, della Bosnia e del Kosovo.
In Svizzera c’è un sistema di democrazia diretta: gli svizzeri sono invitati a votare su varie questioni in referendum nazionali o regionali.
Già nel 2009 i svizzeri votarono per vietare la costruzione dei minareti.
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