Arriva dall’India l’ennesimo caso di femminicidio. L’atroce delitto è accaduto la sera dell’1 novembre in un villaggio dello Stato di Uttar Pradesh.
La vittima è una ragazza di soli 27 anni di cui è stato reso noto solo il nome: Neelam.
La giovane avrebbe trovato la morte per mano del cognato Jetendra. Stando a quanto riferito dall’agenzia di stampa Pti, la giovane era vedova e viveva da sola nel villaggio di Labhari.
La notte dell’omicidio, il cognato si sarebbe introdotto in casa sua e avrebbe tentato di violentarla. Lei avrebbe opposto resistenza e l’uomo per vendicarsi l’avrebbe bruciata viva. Neelam è morta quasi subito perché non ha potuto contare sull’aiuto di nessuno. La denuncia è stata sporta dal padre della vittima, e la polizia locale sta cercando l’uomo.
Sul fatto e sulla scia delle frequenti aggressioni contro le donne in India, è intervenuto il direttore per l’Asia meridionale di Human Rights Watch, Meenakshi Ganguly.
“Cinque anni fa il mortale stupro su un autobus a New Delhi della studentessa Jyoti Singh Pandey da parte di un branco ha rotto il silenzio sulla violenza sessuale in India e portato ad una serie di riforme del diritto penale su questa materia. Esistono quindi strumenti giuridici e sociali per intervenire, ma molto resta da fare per fare sì che la polizia, i medici e i tribunali trattino le vittime con dignità”.