Cronaca Social

Isabella Ferrari racconta la sua malattia ma senza fare il suo nome

L’attrice Isabella Ferrari ha rilasciato un’intervista al settimanale Vanity Fair e ha raccontato alcuni aspetti della sua malattia rara.

Oggi, mercoledì 30 ottobre, su Vanity Fair c’è un’intervista all’attrice Isabella Ferrari. La 55enne di Ponte dell’Olio ha raccontato la sua malattia, rara e debilitante ma di cui non vuole dire il nome.

“Una notte, era il 2 giugno, mi ricoverano in un ospedale vicino a casa, a Roma – ha raccontato l’attrice di Sapore di Mare – Lì incontro il medico più importante per me. La diagnosi che fa non è per niente buona. Mi perdoni, ma non farò il nome di questa malattia rara perché appena l’hanno fatto a me sono andata su Internet, ho digitato la patologia e mi sono spaventata”.

“Insomma, il medico suggerisce una terapia importante e pericolosa – ha continuato la Ferrari – qualcosa che poteva funzionare solo in una percentuale di casi. Io decido di non farla e parto per Pantelleria. Ero lucidissima, quell’estate, per via delle dosi di cortisone. Dipingevo, mi sentivo molto illuminata e ogni tanto provavo a preparare al peggio i miei figli”.

“Poi la situazione peggiora – ha aggiunto – mi riportano a Roma d’urgenza e inizio la terapia. Ogni mattina, per due anni, sono andata in quell’ospedale. E quando non potevo muovermi, dal letto della struttura chiamavo i miei figli via Skype per restare ancorata a loro e alla vita. Piano piano, un passo alla volta, ce l’abbiamo fatta”.

Dalla malattia, però, la Ferrari ha tratto un’importante lezione: “Mi ha fatto capire che non devi avere paura di morire. Perché è la paura di vivere a fregarti. Solo quella. Soltanto quella”.

Infine, la Ferrari ha svelato che dopo l’uscita di Sapore di mare ha conosciuta la depressione: “Non ero pronta a quel successo. Quando scendevo per strada, tutti mi chiamavano Selvaggia, non potevo più fare nulla da sola. Ricordo che avevo l’abitudine di andare in chiesa, per me cresciuta a Piacenza era normale entrare in parrocchia, era il nostro riferimento. Insomma, entro in una chiesa di Roma e il giorno dopo escono le foto su un giornale scandalistico travisando le mie intenzioni. Ero una bambina. Una bambina travolta dal successo”.

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