(VS) Se c’è una cantante che oggi come oggi rappresenta una immensa somma di notizie, storie e aneddoti sulla musica italiana, quella è Iva Zanicchi.
Iva la diva, che ha scritto un libro, che con i suoi 80 anni è ancora energica e che quando vuole dire qualcosa non le manda a dire. Un caratterino niente male quello di questa donna, che, in un mondo normale, poteva essere considerata musicalmente alla pari con Mina, forse di più se le circostanze della vita non le avessero bloccate molte possibilità.
Solo che Mina, all’interno nel suo mito, è scomparsa dai radar ed è solo una voce. Iva, invece – nel bene e nel male, visto che anche lei a volte le spara grosse – c’è e si diverte in un mondo che prova rispetto per questa ragazzona emiliana che è stata non solo una cantante, ma anche una conduttrice televisiva e una eurodeputata. Adesso Iva è in piena età di bilanci e allo stesso tempo si sente libera di dire ciò che vuole. Non a caso oggi si sta buttando una polemica che riguarda il suo onore.
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«Sono tornati pure i Ricchi e Poveri ma a me non mi hanno chiamato: non sono nel giro». Iva Zanicchi è veramente delusa per non essere stata convocata come ospite per Sanremo 70. »Però mi consola – ha aggiunto – la presenza di Ornella Vanoni, che ha qualche anno più di me. Lei in gara è tornata e quest’anno sarà ospite per un duetto. Quindi c’è speranza anche per me nei prossimi anni. Io il coraggio di andare in gara ce l’avrei eccome ma finché ci sono alcuni personaggi che hanno messo un veto sulla mia presenza non succederà». “Io comunque – ha concluso – il festival lo guarderò e auguro ad Amadeus ogni fortuna. Sanremo è l’unico evento che riunisce ancora intere famiglie davanti alla tv».
Giuste parole quelle di Iva la diva, che però omette di ricordare che parteciperà come ospite fissa di Nicola Savino a L’altro Festival, cioè il vecchio dopofestival traslato su RaiPlay.
Intanto, al Festival c’è il gradito ritorno di Gaetano Castelli, scenografo storico del Festival che promette nessuna ‘macchina’ scenica, ma un palco disegnato e animato dalle immagini e da linee curve che danno profondità allo spazio. È un omaggio al passato, anche ammiccando un po’ a Broadway ma guardando al futuro. «La mia scelta – ha detto – è stata quella di eliminare completamente le automazioni, sostituendole con elementi scenografici volumetrici progettati in modo da dilatare lo spazio scenico e acquisire la maggiore profondità possibile. E in questo spazio faccio ‘danzare’ la luce».
La regia del Festival sarà di Stefano Vicario.
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