Effettuata l’autopsia sul corpo di Jessica Valentina Faoro, la 19enne uccisa con 40 coltellate a Milano lo scorso 7 febbraio.
In attesa di conoscere l’esito certo da parte del medico legale, da un primo esame risulterebe che la ragazza non ha subito nessuna violenza sessuale prima di essere uccisa dal 39enne Alessandro Garlaschi.
LA VICENDA
Alessandro Garlaschi ha detto di averla uccisa per legittima difesa: “Ho rigirato il coltello che aveva in mano contro di lei e l’ho colpita allo stomaco”.
La 19enne si sarebbe opposta agli approcci dell’uomo.
Garlaschi, dopo averla colpita, ha inferto altre coltellate al petto della giovane.
Dopodiché, l’uomo ha dato fuoco alla parte inferiore del corpo per tentare di sbarazzarsi del cadavere di Jessica.
La ragazza, madre di una bimba tolta dal Tribunale dei Minorenni, si trovava a casa dell’uomo e della moglie per sbrigare alcune incombenze domestiche in cambio di un posto letto.
Una settimana prima di essere uccisa, la ragazza aveva chiesto aiuto.
Dalle indagini, infatti, è emerso che all’una di notte del primo febbraio la 19enne aveva chiamato i Carabinieri, a cui aveva raccontato che l’uomo dal quale viveva, mentre dormiva, aveva tentato un approccio.
Come rivelato dal Corriere della Sera, quella notte la ragazza è stata trovata in strada dai Carabinieri: “Devo tornare di sopra a prendere i mie due zaini, non voglio rimanere più in quella casa”, ha detto.
I Carabinieri sono saliti e nell’appartamento hanno trovato Garlaschi ma non la moglie (Jessica, però, pensava che fossero fratello e sorella).
Jessica ha, poi, passato la notte da un’amica ma, nei giorni seguenti, è tornata in quell’appartamento.
Qualche giorno dopo l’assassinio.