Dopo il lancio del missile balistico (ICBM) di ieri da parte della Corea del Nord, c’è stata una telefonata tra il presidente degli USA, Donald Trump, e il primo ministro del Giappone, Shinzo Abe.
Trump e Abe ritengono che le azioni del regime nordcoreano mirano la sicurezza e che bisogna “isolarlo ulteriormente dalla comunità internazionale“, ha reso noto la Casa Bianca.
A tal proposito Washington starebbe pensando al blocco navale.
I due “hanno ribadito il loro impegno a combattere la minaccia nordcoreana”, aumentando l’impegno.
Per Trump, inoltre, le provocazioni di Pyongyang rappresentano una “minaccia per il mondo intero“.
Per quanto riguarda il lancio, secondo l’emittente statale di Pyongyang, KCTV, il missile balistico intercontinentale è l’ultima versione dell’Hwasong-15 con una gittata di 13mila chilometri. Il suo volo è durato ben 53 minuti.
In pratica, come detto dal dittatore Kim Jong-un, “tutto il territorio USA è nel mirino“, rivendicando che “ora la Corea del Nord è una potenza nucleare in grado di colpire qualsiasi punto dell’intero continente Nord Americano“. In effetti, anche secondo gli analisti statunitensi adesso anche Washington potrebbe essere colpita.
Infatti, secondo il co-direttore del programma per la sicurezza globale della Union of Concerned Scientists, David Writght, se il missile avesse volato su una traiettoria standard disegnata per massimizzare il suo raggio d’azione, avrebbe avuto una gittata di oltre 8.100 miglia: molto più lunga dei precedenti missili a lungo raggio testati dalla Corea del Nord.
Infine, il Giappone ha chiesto una riunione di emergenza del Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite (che dovrebbe svolgersi oggi) e ha convocato intanto una riunione del Consiglio di sicurezza nazionale.
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