Cronaca Social

La parola ‘balengo’ finisce in tribunale

Su Facebook un utente ha chiamato ‘balengo’ il leader dei no Tav che gli ha fatto causa per diffamazione. Ecco cosa è successo.

Secondo la pm Nicoletta Quaglino si tratta di un “termine scherzoso” usato “per una benevola deplorazione“.

È la parola ‘balengo’, parola piemontese ormai conosciutissima in tutta Italia a Luciana Littizzetto.

Per definire questo termine si è scomodato addirittura un pm perché la parola è al centro di una denuncia per diffamazione.

Nonostante sia molto usato dalla comica piemontese, al centro del procedimento giudiziario vi è un Nip (not important person) reo di aver utilizzato questo epiteto su Facebook nei confronti del leader dei No Tav Alberto Perino.

La Quaglino, per sostenere la tesi che non si tratta di un insulto e per chiudere il procedimento, ha addirittura scomodato l’Accademia della Crusca per ricostruire l’etimologia e il significato del termine. Non solo. La pm ha addirittura citato grandi della letteratura che avrebbero utilizzato questa parola come Umberto Eco Cesare Pavese senza dimenticare ovviamente la Littizzetto.

Tuttavia il Gup non ha accettato la tesi della procura e ha rinviato a giudizio l’imputato che dovrà presentarsi in aula agli inizi del nuovo anno.

Sul banco degli imputati, infatti, vi sono anche altre espressioni indirizzate ai no Tav, quali “banda di briganti” e “imbrattacessi”.

L’accusato si è difeso dichiarando che la sua era solo una poesiola satirica.