All’Ospedale San Paolo di Savona è accaduto qualcosa di cui sta parlando tutta Italia.
Un paziente di 70 anni, che doveva essere operato per un’ernia inguinale, ha rifiutato l’intervento quando ha saputo che l‘anestesista era una donna.
Come si legge su Today.it, l’uomo ha affermato che “non mi faccio operare con una anestesista donna nulla di personale, ma in giro dicono le donne anestesiste non sono brave”.
Per questo motivo l’uomo non si è presentato alla sala operatoria, mentre tutto lo staff lo stava attendendo.
E, visto che l’anestetista uomo non c’era, l’intervento è stato annullato e l’uomo è tornato a casa.
Deluso e irritato il primario, Brunello Brunetto: “Chi lavora con me gode della fiducia senza distinzione di sesso. Tutti sono adeguati al ruolo“.
Brunetto, inoltre, ha dichiarato ad Adnkronos Salute di stare riflettendo “su una possibile denuncia per diffamazione per il paziente che ha rifiutato l’anestesista, sostenendo che, secondo alcune voci, le donne della mia struttura non sarebbero state brave come i maschi. Un insulto pronunciato davanti a molte persone. Ora mi aspetto delle scuse. Se non arriveranno penserò al da farsi“.
“Quando il paziente ha fatto la sua richiesta ero basito – ha aggiunto il primario – ho riferito alla collega, che come tutto il mio staff gode della mia massima fiducia, e le ho chiesto di andare a parlare con lui e con la moglie. Premettendo che, comunque, non avrei cambiato la mia decisione. Il ruolo della signora non è stato secondario perché era ferma sul rifiuto e parlava anche al posto del marito. La prima reazione della collega è stata di rabbia, ovviamente. Ma poi, con molta professionalità, è andata a sentire le ragioni della coppia che ha tenuto il punto“.
“Non ho ovviamente dato spazio alle richieste – ha aggiunto il primario – non solo per l’insulto sessista ma anche per affermare due principi. Non è possibile, in una struttura sanitaria, mercanteggiare su medico che si preferisce, in base a caratteristiche più ‘gradite’. In secondo luogo se assegno a un componente del mio staff un compito è perché sono sicuro che può svolgerlo in maniera adeguata e garantire al massimo la sicurezza del paziente“.
Infine, “il pregiudizio del paziente è assolutamente fuori luogo, in particolare per l’anestesia, specialità in cui il 70% è donna. Non a caso. Si tratta di una disciplina in cui è fondamentale prendersi cura del paziente e rassicurare. E le donne hanno in questo una marcia in più“.