Ogni estate sappiamo che per proteggerci da scottature solari abbiamo bisogno delle creme solari con un alto fattore protettivo. Soprattutto al “primo mare”, quando ancora non si è particolarmente abituati e si è molto poco abituati alla luce del sole intensa.
È importante tenere molto alla protezione della pelle e alla prevenzione dei tumori cutanei. È vero anche che il sole, notoriamente, aiuta la produzione di vitamina D. Quindi, ci si chiede se che queste precauzioni possono causare una carenza di vitamina D in chi utilizza creme solari in quantità. Sarebbe un problema. Quindi, facciamo chiarezza su questo tema spinoso.

A rispondere a questo quesito è Anna Carbone, specialista in dermatologia e venereologia, presso l’Unità di dermatologia oncologica e prevenzione, all’IFO S. Gallicano di Roma. La domanda può sorgere lecitamente dato che il nostro organismo si rifornisce di vitamina D attraverso l’esposizione ai raggi solari. In altri modi, anche se molto meno, grazie all’assunzione di alimenti che la contengono in piccole dosi.
Contemporaneamente è raccomandato a tutti e in particolar modo a persone con fototipo di pelle 1 e 2, più sensibili, chiari e a maggior rischio di scottature, di usare creme solari. Afferma la specialista che questi soggetti sarebbero “esposti a eritemi o ad altri effetti collaterali derivanti dal sole, se non ricorrono all’uso di creme solari con un adeguato filtro protettivo che possa contribuire a fare da barriera ai danni da radiazioni ultraviolette”. Questi filtri, come sappiamo, talvolta, possono avere anche un fattore protettivo elevato, uguale o superiore a 50.
Tranquillizza tutti la specialista: “non esiste il rischio che le creme solari possano indurre una carenza di vitamina D”. E continua a spiegare il perché: “le motivazioni sono dovute al fatto che la crema solare per rispettare ‘alla lettera’ il fattore di protezione richiesto e specificato sul prodotto dovrebbe essere applicata più volte nell’arco della giornata e in quantità abbondanti. Pari cioè a 2 milligrammi al centimetro quadro di cute per ogni singola applicazione, ed essere distribuita in queste quantità in maniera uniforme su tutta la superficie corporea”.

La protezione dunque non schermerebbe davvero dagli effetti del sole sull’organismo. “È molto raro che anche la persona più attenta alla prevenzione solare, possa raggiungere dosaggi di crema così elevati. Dunque il rischio di un deficit di vitamina D causati da creme solari è pressoché inesistente”.
Anche con creme solari con alto fattore protettivo è raccomandata l’esposizione nelle prime e nelle ultime ore della giornata. Le emissioni di radiazioni ultraviolette dei raggi solari sono sensibilmente inferiori rispetto alle ore centrali, ed è questo quello che conta per la salute della nostra pelle e per una produzione di vitamina D senza compromessi.