Cronaca Social

Le Sardine chiedono un Daspo per chi usa male i social media

La proposta di uno dei fondatori del Movimento delle Sardine, Mattia Santori, sull’uso ‘corretto’ dei social media.

Un Daspo anche sui social media per chi non rispetta le regole di convivenza civile e diffonde odio e al tempo stesso la possibilità di associare ad ogni profilo elementi di identificazione: sono le proposte ancora ‘embrionali’ lanciate da Mattia Santori, uno dei quattro fondatori delle Sardine, durante la conferenza stampa per lanciare la mega manifestazione in programma domenica a Bologna.

Le Sardine anche su questi temi auspicano un confronto con il governo. «Ci deve essere la possibilità da parte della polizia postale – ha detto la Sardina numero uno – non di rincorrere i profili falsi ma di avere un’identificazione per cui so che la mia responsabilità è reale e penale».

Per questo, secondo Santori, «associare a ogni profilo un’identificazione, che sia la residenza o il codice fiscale è fondamentale». Detto questo «perché non introduciamo un daspo anche sui social network? La logica non è che Facebook non è capace di gestire i suoi utenti ma la logica è che se qualcuno non è in grado di comportarsi nell’arena pubblica e di rispettare alcune regole che consentono la libertà delle altre persone non può entrare in quella comunità».

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Intanto, in relazione alle prossime regionali, la storia delle Sardine non si concluderà con una eventuale vittoria del centrodestra in Emilia Romagna. Su questo i fondatori del movimento, che oggi hanno tenuto una conferenza stampa a bologna, sono piuttosto chiari. «Se dovesse vincere Lucia Borgonzoni non saranno le sardine ad avere perso, ma avremo perso tutti – ha spiegato Andrea Garreffa, uno dei fondatori della sardine».

Mattia Santori preferisce ribaltare la questione e domandarsi le conseguenze di una sconfitta di Matteo Salvini. «È chiaro dall’investimento che sta facendo che per lui è una partita vitale – ha detto il leader delle Sardine – Non abbiamo nulla da recriminare, alla fine di questi due mesi alcuni di noi potranno dire di avercela messa tutta».

La questione è piuttosto cosa faranno le sardine da grandi. L’appuntamento è allora il ‘weekend di convivenza’ in programma l’8 marzo, con l’obiettivo di dare una struttura al movimento e varare ‘linee guida’ a livello nazionale. Ma prima c’è da chiudere al meglio in Emilia-Romagna, dove per il giorno prima delle elezioni ci sarà in serbo nell’ennesima sorpresa. «Abbiamo in mente una chiusura nostra – hanno spiegato le Sardine – abbiamo già vinto dal punto di vista sociale, e vogliamo festeggiare perché dal 26 ci leviamo Salvini dalle scatole. Il 25 faremo un grande evento».

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