Cronaca Social
Lidl di Palermo tensione

Lidl di Palermo, liti e tentata fuga con la spesa: “Non abbiamo i soldi per pagare” (VIDEO)

15 persone vogliono andare via senza pagare la spesa. Succede al Lidl di Palermo e intervengono le forze dell’ordine. Gli effetti economici del Coronavirus.

Polizia e Carabinieri in assetto antisommossa. Al Lidl di Palermo si sono registrati attimi di tensione. Il punto vendita in questione è quello aperto più di recente: all’angolo con via Principe di Paternò.

Poco prima delle 16, circa quindici persone hanno deciso di riempire i carrelli della spesa fino all’orlo. Fin qui nulla di strano, considerando anche il momento di difficoltà dovuto al Coronavirus. Uscire di casa lo si deve fare il meno possibile e si tende a fare provviste per almeno una settimana.

Lidl di Palermo Carabinieri
Arrivano le forze dell’ordine al Lidl di Palermo

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Il caos si è scatenato quando queste persone, provenienti dai quartieri più disparati della città, hanno deciso di andare via senza pagare. Inizialmente si sono lamentati della inesattezza dei prezzi rispetto a quanto riportato sui volantini, poi hanno cercato di uscire senza passare dalle casse.

All’esterno intanto continuava ad allungarsi la fila, con il consueto metro di distanza tra una persona e un’altra; dentro gli animi si sono surriscaldati a tal punto da richiedere l’intervento delle forze dell’ordine. Non appena arrivate, per fortuna, la situazione è tornata alla normalità.

«Non abbiamo soldi e non vogliamo pagare»: avrebbe detto qualcuno. Poi la nota ufficiale dell’azienda: «Lidl Italia conferma che nel tardo pomeriggio, una quindicina di persone sono entrate nel nostro punto vendita di Palermo di via della Regione Siciliana con l’intenzione di non pagare la spesa appena effettuata».

E ancora: «Sono state quindi chiamate le forze dell’ordine che sono prontamente intervenute a garanzia della sicurezza e salvaguardia dell’incolumità sia dei nostri collaboratori che dei clienti presenti in quel momento in punto vendita. Comprendiamo il difficile momento che l’intero Paese sta vivendo e ringraziamo le autorità per il pronto intervento odierno».

Le conseguenze economiche che sta avendo la reclusione forzata (e necessaria) sono notevoli, gli atti di forza sono sempre da condannare. Ma molte famiglie sono in cassa integrazione, altre ancora senza un impiego. Liberi professionisti, senza partita Iva perché guadagnano troppo poco per potersela permettere, hanno dovuto rinunciare ai propri introiti.

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Poi ci sono i lavoratori in nero, per scelta o costretti. Tuttavia il risultato non cambia: non ci sono più i soldi per pagare l’affitto, le bollette. Anche fare la spesa diventa difficile. Sul web cominciano le campagne a favore di un Reddito di quarantena. Diversi italiani postano video sui social per spiegare in cosa consiste il proprio lavoro e perché non possono svolgerlo da remoto.

Chiedono un sussidio per tutti, una revisione del decreto Cura Italia che includa anche loro: chi è senza contratto o un libero professionista senza partita Iva, e non solo. L’iniziativa ha preso il nome di #RedditodiQuarantenaChallenge. Un’iniziativa certamente più legale di quella che prevede di andare via senza pagare, ma entrambe espressione di un grave problema.

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