Nella giornata del 1° luglio 2020, è entrato in vigore il nuovo limite per i pagamenti in contanti. Vediamo, nelle prossime righe, qual è questo limite e cosa rischia chi lo sfora.
Limite dei pagamenti in contanti: a quanto ammonta?
Dal 1° luglio 2020, salvo proporoghe, il limite per il pagamento in contanti corrisponde a 2.000 euro. Fondamentale è citare l’abbassamento delle sanzioni comminabili, cambiamento che, però, non vale per tutti.
Si tratta di un punto di riferimento che cambierà in futuro: dal 1° gennaio 2022, infatti, il limite per i pagamenti in contanti scenderà a 1.000 euro. Come sopra accennato, il Decreto Legislativo 231/2007 è stato modificato con l’introduzione del comma 1-ter dell’articolo 63, che specifica il minimo edittale per le sanzioni. Dal 1° luglio al 31 dicembre 2021, si parla di 2.000 euro. Dal 1° gennaio 2022, invece, di 1.000.
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I soggetti interessati al limite di pagamento dei contanti
Quando si parla delle nuove regole relative al limite di pagamento in contanti, è molto importante soffermarsi sul fatto che non riguardano l’imprenditore che, per esempio, si trova a finanziare la sua attività o a prelevare, dal conto della ditta, una somma di denaro superiore alla soglia.
Degno di nota è il caso dei professionisti. Fondamentale a tal proposito è tenere presente il fatto che questa nuova soglia limite riguardante il pagamento dei contanti riguarda i soggetti destinatari drgli obblighi antiriciclaggio, tra cui i liberi professionisti.
I contribuenti in questione sono tenuti a comunicare al MEF le infrazioni delle quali vengono a conoscenza nel corso dell’esercizio della propria attività professionale. Nel caso specifico dei profesionisti, il superamento dei limiti della soglia di contante può essere rilevato grazie alla gestione della contabilità ordinaria dei propri clienti.
Nei frangenti in cui il professionista dovesse omettere una segnalazione di cui ha avuto contezza, la sanzione salirebbe a 3000 euro.
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