Alberto Mantovani, direttore scientifico dell’Istituto Clinico Humanitas di Milano e professore Emerito dell’Humanitas University, intervistato dal Corriere della Sera, ha affermato: «Una prima sensazione all’arrivo: gli italiani non sono ‘malvisti’ qui (in Grecia n.d.r.), grazie anche agli sforzi che il nostro Paese ha fatto per contenere la pandemia».
Al rientro in Italia Mantovani si dovrà sottoporre al tampone obbligatorio entro 48 ore dal suo sbarco: «Mi adeguerò con serenità alle indicazioni. Ho già tampone prenotato all’Humanitas di Milano. L’unico dato sicuro arriva da un lavoro pubblicato sulla rivista ‘Cell’ che dice come il virus sia ‘stabile’ e non stia diventando più ‘gentile’».
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Mantovani, che è un immunologo, ha aggiunto: «Bisogna distinguere fra il virus – che non è cambiato – e la malattia che invece si è attenuata. Per diverse ragioni. La prima è che comunque le polmoniti da virus praticamente scompaiono d’estate. La seconda è che nei confronti delle persone più fragili, come gli anziani, si sta più attenti. La terza è che sono i giovani più colpiti, ma hanno più difese. Non dimentichiamo però che il paziente ‘zero’ di Codogno, finito in coma, aveva 37 anni ed era un maratoneta».
Mantovani ha lanciato un appello: «Non abbassare la guardia. Bisogna dare il buon esempio». Infine, sui farmaci il professore ha detto: «Ci siamo accorti che gli antivirali, quelli usati contro altri tipi di virus e utilizzati all’inizio dell’epidemia, non funzionano contro il nuovo coronavirus e, anzi, possono essere dannosi».
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