L’hanno definita “chemioterapia naturale”. Si tratta del luppolo che, secondo uno studio del dipartimento di Farmacia dell’Università di Pisa, sarebbe in grado di contrastare la diffusione del tumore.
Il merito è di un fitocomposto, lo Xantumolo, un flavonoide presente in discrete percentuali nel luppolo e nella birra che “può ‘affamare’ il tumore inibendo i meccanismi grazie ai quali le cellule tumorali si procurano ossigeno e si diffondono nell’organismo“. In pratica fa “morire di fame” il cancro perché blocca lo sviluppo di nuovi vasi sanguigni vicino ai tumori impedendo così a questi ultimi di trovare nutrimento e di crescere.
“Questi nostri risultati – ha dichiarato Armando Rossello, il coordinatore dello studio – aprono la strada per lo sviluppo futuro su più ampia scala di analoghi sintetici dello Xantumolo da sperimentare come possibili agenti chemiopreventivi efficaci, alternativi e a basso costo“.
La ricerca, che è durata 4 anni, è stata svolta in stretta collaborazione con il gruppo di Adriana Albini, direttrice del laboratorio di Biologia vascolare e angiogenesi di MultiMedica e direttore scientifico della Fondazione MultiMedica Onlus, e di Douglas Noonan, dell’Università dell’Insubria di Varese. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista internazionale “European Journal of Medicinal Chemistry”.