La discussione sul DDL sullo Ius Soli è stata tolta dal calendario dei lavori del Senato, da oggi fino alla conclusione del mese di settembre.
Ciò è emerso dalla riunione dei capigruppo a Palazzo Madama.
Luigi Zanda presidente dei senatori del Partito Democratico, ha spiegato che “approvare lo Ius soli rimane l’obiettivo primario ed essenziale” ma “serve una maggioranza e in questo momento non c’è perché anche i gruppi che lo hanno votato alla Camera non mostrano di volerlo votare al Senato“. Zanda confida, comunque, che “che il lavoro politico che si puo’ fare nei prossimi giorni e nelle prossima settimane possa portarci a una soluzione positiva del problema” e insiste sul fatto che “noi non vogliamo solo dire che vogliamo lo ius soli, noi lo vogliamo approvare e per questo è necessario ci siano i voti“.
Esulta la Lega Nord: “Abbiamo affossato la legge sulla cittadinanza. Il PD ha rinunciato allo Ius Soli“, ha detto Gian Marco Centinaio.
Inoltre, per Roberto Calderoli, vicepresidente del Senato, “per fortuna lo ius soli per ora è sparito dal radar dell’agenda parlamentare, anche se il Pd dice che verrà esaminato quando ci sarà una maggioranza in grado di poterlo approvare e questo significa che non lo si affronterà mai, perché non solo sullo ius soli non c’è una maggioranza nel Paese, perché la stragrande maggioranza di cittadini è contraria, ma non c’è neppure una maggioranza in un Parlamento di transfughi“.
Scopo del DDL dello Ius Soli, ricordiamo, è aggiungere due modalità di acquisizione della cittadinanza per i figli minori di genitori stranieri: lo Ius Soli ‘temperato’ e lo Ius Culturae.
- Ius Soli temperato: “rispetto allo ius soli classico – si legge sul sito di SkyTg24 – che attribuisce la cittadinanza di un Paese a chiunque nasca nel suolo nazionale, quello temperato pone delle condizioni. Saranno cittadini italiani per nascita i figli, nati nel territorio della Repubblica, di genitori stranieri se almeno uno di loro ha un permesso di soggiorno Ue di lungo periodo e risulta residente legalmente in Italia da almeno 5 anni. Il principio dello ius soli non si applicherà, però, ai cittadini europei, visto che il permesso di lungo periodo è previsto solo per gli Stati extra Ue“.
- Ius Culturae: “Possono ottenere la cittadinanza anche i minori stranieri nati in Italia, o entrati entro il 12esimo anno, che abbiano ‘frequentato regolarmente per almeno cinque anni uno o più cicli presso istituti scolastici del sistema nazionale, o percorsi di istruzione e formazione professionale triennali o quadriennali’. La frequenza del corso di istruzione primaria deve essere coronata dalla promozione. I ragazzi arrivati in Italia tra i 12 e i 18 anni, poi, potranno avere la cittadinanza dopo aver risieduto legalmente in Italia per almeno sei anni e aver frequentato “un ciclo scolastico, con il conseguimento del titolo conclusivo”.