Cronaca Social

Marco Masini: “Mi dicevano che portavo sfortuna”

A ‘Non disturbare’, l’artista racconta la sua odissea legata ad una voce che circolava sul suo conto.

Come Mia Martini. Marco Masini è stato più volte accostato alla grande Mimì, ma non per meriti artistici. Poco dopo l’arrivo del successo il cantante venne bollato come artista ‘porta sfortuna’. Una etichetta pesante che per moltissimo tempo gli ha creato seri problemi. Una vicenda che Masini ha deciso di raccontare a ‘Non disturbare’, la trasmissione di Paola Perego.

Iniziò tutto per scherzo – ha rivelato – lo facciamo tutti, tutti prendiamo in giro qualcuno. Io non credo nella cattiveria della gente, assolutamente non credo di essere stato odiato. La cattiveria arriva dall’odio”.

Sarà stato anche così, ma fatto sta che agli inizi del 2000 la situazione era diventata insostenibile: “Era una persecuzione – ha raccontato l’artistanon riuscivo neanche ad andare al bar a prendere il caffè. Vedevi gente che si girava e si toccava, era difficile. Mi sentivo disarmato, quella è un’arma letale”.

Mia Martini, il doloroso ricordo di Marino Bartoletti: “Ero in diretta quando…”

Il motivo di questo atteggiamento aveva comunque origini diverse da quelle che interessarono Mia Martini.

Per Mimì – ha spiegato Masini – in maniera casuale accadde qualcosa durante il montaggio di un palco, per me invece tutto cominciò per le canzoni che cantavo. Chi si identificava pensava che sarebbero state d’aiuto per uscire da un momento triste, chi al contrario si disinteressava mi aveva individuato come un cantante negativo. Ma non sono mai stato incazzato con nessuno”.

La mazzata, però, arrivò con una lettera da parte di una kermesse televisiva: “C’era scritto: ‘il pezzo è bello ma il suo artista emana energie negative’. La mia casa mi disse che aveva difficoltà a fare promozione e non aveva più budget per i miei progetti”.

https://www.salutelab.it/solitudine-morte-precoce/

Così per alcuni anni Masini sparì dalla scena musicale, almeno fino al 2004 quando vinse il Festival di Sanremo con la canzone ‘L’uomo volante’.

“È inutile arrabbiarsi – ha confessato – e fare vittimismo non serve. Bisogna essere lucidi, freddi e capaci di dimostrare il contrario. Io conosco una formula sola: scrivere canzoni. Deve essere ancora più bella, deve avere una forza sua che nonostante ci sia un muro difficile da superare ha talmente tanta forza che lo sfonda. E così è stato per l’Uomo volante”.

Leggi anche: Alessandra Amoroso: “Il mio addio alla musica è un fake”.