Da anni la scienza si sta occupando dei fratelli. Non esattamente un fenomeno raro, eufemisticamente. Si prova a studiare in ambito psicologico e formativo che cosa cambia ad averne o meno, o tra essere figli minori o maggiori. Si arriva a molte conclusioni, molte intuitive, altre indagate nella profondità dell’essere umano.
L’ordine di nascita non conta assolutamente nulla sul carattere e su aspetti come quelli che dicono che chi nasce prima o dopo è anche più i meno creativo (e altre definizioni). La teoria è stata smontata smontata. Avere un fratello o una sorella, però, dà enormi benefici.

Delle persone in famiglia, è questa la figura con cui avremo la relazione parentale più lunga. Fratelli e sorelle sono quelle persone che, se si decide di continuare a vederle, possono perfino regalare qualche anno in più di vita. La North Carolina University sostiene che chi ha solide relazioni sociali vive una media di sette anni e mezzo in più rispetto a chine è privo. E chi ha fratelli o sorelle hanno molte più interazioni.
I fratelli o le sorelle hanno aspettativa di vita superiore. Perché? Risponde Alessio Gamba, responsabile dell’Unità operativa di psicologia dell’Età evolutiva-ASST Monza. “Basta ragionare sull’evoluzione della nostra specie: non essere soli, accogliere le differenze, integrarle e mescolarsi con gli altri sono fattori fondamentali per l’adattamento non solo del genere umano ma anche del singolo individuo, perché la solitudine spesso condanna a minori opportunità”.
“Il valore di avere fratelli”, fa notare Marina Bertolotti, responsabile di Psicologia clinica nell’Area pediatrica della Città della Salute e della Scienza di Torino, “consiste nell’imparare a stare nel gruppo, a comunicare, condividere, a preoccuparsi anche per gli altri. Certamente entra in gioco l’empatia, anche se non è detto che in gruppi numerosi di fratelli emerga nella stessa misura in tutti”.
Per quanto riguarda i gruppi numerosi, andando alle relazioni coniugali, una ricerca condotta su ben 57mila persone in 28 diversi Paesi, afferma che essere nato in una famiglia numerosa diminuisce il rischio di divorziare, forse per un limite “aumentato” di tolleranza.
Diversi studi, inoltre, indicano come durante divorzio, vedovanza o problemi finanziari si verifichi un aumento dei contatti tra fratelli. I una ricerca svedese emerge come il 30% delle persone si rivolge in prima battuta proprio a un fratello o a una sorella. Meglio se quest’ultima. La differenza di genere, infatti, gioca un ruolo cruciale in questo perché le sorelle sono spesso le più sensibili e attente.

Le zuffe, le mediazioni e i delicati equilibri di quando si viveva tutti sotto lo stesso tetto poi portano alla luce tutti i loro lati positivi. Secondo lo scrittore Usa Jeffrey Kluger, è interagendo con una sorella “fisicamente minacciosa” che impariamo a gestire i conflitti. Il ruolo dei fratelli? Secondo uno studio della Northumbria University, spesso, le donne scelgono partner che fisicamente assomigliano molto ai propri fratelli.
Uno degli aspetti più importanti, la differenza di genere. Un vantaggio nell’avere un fratello dell’altro sesso è il fatto di passare l’adolescenza (il periodo dei misteri che vengono svelati) con un riferimento mentre si stanno cercando informazioni sull’altra “metà del cielo”.