Per ora resta un miracolo a metà. La Melegatti ferma la produzione di pandoro. Dopo il boom di ordini e la produzione di oltre un milione e mezzo di dolci natalizi, l’azienda manda in cassa integrazione i suoi 90 dipendenti.
Tutti ci avevano sperato fino alla fine. Quei 6milioni di euro del fondo della maltese ‘Abalone Asset Management’ aveva dato ossigeno all’azienda che rischiava (e rischia ancora) il fallimento e ai lavoratori che, pur non percependo lo stipendio da agosto, si erano rimessi all’opera fiduciosi di un ritorno alla normalità.
Ma le speranze sono state disattese. Stop ai pandori perché quelli prodotti adesso arriverebbero troppo tardi sugli scaffali dei supermercati. Adesso gli sforzi devono essere convogliati sul salvataggio dell’azienda che ha 10milioni di debiti con le banche e altri 12 con i fornitori.
Entro 120 giorni (con possibilità di proroga di altri 60) la Melegatti dovrà presentare un piano di rientro dei debiti. Soltanto l’ok a questo piano da parte del Tribunale potrà sospendere la cassa integrazione e far partire la produzione per le colombe pasquali sulla quale la ‘Abalone’ ha deciso di investire altri 10milioni di euro.
Ora, dunque, spetterà alle famiglie Ronca e Turco (principali azioniste del marchio) mettere da parte i dissapori che sembrerebbero essere stati alla base di scelte imprenditoriali sbagliate che hanno alla attuale crisi.