La crisi di governo è cominciata ieri ed è già scontro tra due Ministeri sul tema del controllo del flusso migratorio dalle coste del Nordafrica.
Fonti del Viminale (guidato da Matteo Salvini), infatti, hanno affermato che il ministero della Difesa (al cui vertice c’è Elisabetta Trenta) “ha modificato unilateralmente i compiti affidati a coloro che intervengono nell’ambito delle operazioni di pattugliamento“.
Le nuove indicazioni, formalizzate ieri, per gli assetti militari in azione nel Mediterraneo centrale “denotano un chirurgico ma significativo arretramento rispetto a quanto concordato per il contrasto dell’immigrazione clandestina. […] Sono le prime prove tecniche di inciucio Pd-5Stelle sulla pelle degli Italiani?“, si è chiesto Salvini.
Le fonti del Viminale hanno fatto nuotare che “l’impostazione delle nuove indicazioni operative del ministero guidato da Elisabetta Trenta, (le precedenti erano del 9 agosto scorso) depotenzia pesantemente alcune forme di collaborazione tra gli assetti militari e gli apparati dello Stato, in primis l’Interno, finalizzate all’azione di contrasto e di repressione nei confronti dei trafficanti di esseri umani e dei loro complici“.
Fonti della Difesa – come riportato dall’Ansa – assicurano che “nessun indebolimento è stato apportato al dispositivo Mare Sicuro“. Il ministro della difesa Elisabetta Trenta “non ha mai dato alcuna disposizione o indicazione di riduzione delle attività della Marina Militare“.
Lo scorso 17 luglio, il ministro Trenta ha inviato al capo di stato maggiore della difesa Enzo Vecchiarelli una lettera in cui tra l’altro dispone di intensificare le attività di polizia marittima da parte delle unità della Marina Militare nell’ambito dell’operazione Mare sicuro.
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