Miguel Bosé ha rilasciato un’intervista alla TV messicana La Sexta, durante il programma condotto da Jordi Évole, dopo alcuni di anni silenzio.
Sulla pandemia da Covid-19, l’artista spagnolo e naturalizzato italiano ha affermato: «C’è un piano ideato che non vogliono che si sappia. Non è che io pensi di essere in possesso della verità, è che è questa la verità. Sono un negazionista, ed è una posizione che porto avanti a testa alta».
Bosé poi non crede che la madre, l’attrice Lucia, sia morta di coronavirus: «L’ha uccisa altro ma se parlassi direi cose pericolose per chi l’ha avuta in cura».
Miguel Bosé ha anche raccontato: «Ho avuto anni selvaggi in cui ho scoperto il lato oscuro che abbiamo tutti: droghe, sesso selvaggio, sostanze… […] Sono arrivato a consumare quasi due grammi di cocaina al giorno, oltre a fumare marijuana e a prendere ecstasy. Solo sette anni fa sono riuscito a smettere con tutto».
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Poi l’argomento della separazione dallo scultore Nacho Palau, mai menzionato durante l’intervista, collegato a un problema alla voce: «Va e viene, il problema ha una radice emotiva. Comincio a perderla nel momento in cui la mia famiglia, quella in cui credo … beh, non si chiama famiglia, è una sorta di accordo di convivenza che hanno due persone che hanno avuto una relazione e che decidono di mantenere buoni rapporti affinchè i loro figli possano crescere come fratelli a quella i figli di entrambe le parti possono continuare a crescere insieme come pensavano dal primo giorno in cui erano, fratelli. Quanto tutto è crollato, allora sono iniziati i problemi. E, per me, uno di quei problemi era la voce. Adesso posso parlare, ma ci sono stati momenti in cui non avevo completamente la voce, zero»
Con Nacho Palau Miguel Bosé ha avuto quattro figli (Diego, Tadeo, Ivo e Telmo), tutti avuti con maternità surrogata. I primi due sono figli biologici di Bosè, mentre gli ultimi di Palau. Fra i due è nata una lunga battaglia legale per il loto affidamento.
Infine, il rapporto con il padre, il torero Luis Miguel Dominguìn: «Mi manca. Mi ha costretto a cacciare una cerva. Le ho sparato e l’ho uccisa e, al momento dello sventramento, dalla sua pancia è uscito un cucciolo. Ho reagito molto male, gli ho dato un pugno, l’ho insultato e me ne sono andato. Mi ha dato del codardo, ma mi sono alzato e da quel giorno lui capì che con me non sarebbe stato facile».
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