Si complicano le cose per tutti coloro che usano o possiedono monopattini elettrici. Non si tratta di rendere la vita difficile ai trasgressori, ma anche nuovi obblighi per tutti. Si parte da targa e assicurazione nella modifica del Codice della strada approvata dal Consiglio dei ministri. I mezzi che affollano le città (a emissioni e rumore zero) adesso devono sottostare a diverse condizioni. Insomma, chi non inquina non sembra molto amato ma, allo stesso tempo, deve anche tutelare il resto del traffico caotico.
I monopattini in sharing sono almeno 50 mila in tutta Italia e risultano già coperti dall’assicurazione per responsabilità civile. Quelli privati sarebbero invece 500 mila e moltissimi non hanno nessuna copertura.

Il ddl richiede che “i monopattini a propulsione prevalentemente elettrica non possono essere posti in circolazione se non siano coperti dall’assicurazione per la responsabilità civile verso terzi prevista dall’art. 2054 del codice civile”. In sostanza, RC obbligatoria. Certo, è possibile sottoscrivere assicurazioni specifiche per i mezzi di mobilità urbana e che quindi tutelano il contraente mentre usa il monopattino elettrico. Secondo una stima di Facile.it i prezzi partirebbero da poco meno di 55 euro all’anno per una copertura base che includa anche il danno da monopattino.
Considerando un costo annuo della polizza di 40 euro per mezzo, la copertura assicurativa dei mezzi privati varrebbe un tesoretto di 20 milioni di euro l’anno. Dall’Osservatorio nazionale della Sharing mobility emergono diversi dati sull’incidentalità dei monopattini. Nel 2021 sono stati 634 gli incidenti registrati con i mezzi in sharing. Di questi il 77% sono avvenuti “a veicolo isolato”, ovvero da soli, senza coinvolgere altri mezzi.

Un’altra grande novità introdotta dal disegno di legge approvato a palazzo Chigi, e che deve ancora passare al vaglio del Parlamento, è la targa dei monopattini. Come dice la norma, dovrebbe essere un “apposito contrassegno identificativo adesivo, plastificato e non rimovibile, stampato dall’Istituto Poligrafico dello Stato”. Dunque, sarà una combinazione alfanumerica univoca, stampata e venduta sotto la gestione della Motorizzazione. Il contrassegno deve essere esposto in modo visibile. Non saranno soggetti da parte della Motorizzazione di una apposita classificazione di mezzi.