Cronaca Social

Negazionista muore di Covid19 a 46 anni, non indossava la mascherina (e non solo)

Gary Matthews, 46 anni, dopo il tampone positivo al Covid era in isolamento, nella sua casa di Shrewsbury, quando è morto il 13 gennaio scorso.

Nel Regno Unito la famiglia di un negazionista del Covid-19 ha raccontato di averlo implorato di indossare una mascherina prima di risultare positivo al coronavirus e di morire nel suo appartamento a causa della malattia che ha ucciso già oltre 10mila inglesi.

L’artista Gary Matthews, 46 anni, dopo il tampone positivo all’infezione, era in isolamento, nella sua casa di Shrewsbury, quando è morto il 13 gennaio scorso. È stato malato per una settimana ed è risultato positivo al coronavirus il giorno prima del decesso.

Come riportato su Standard.co.uk, non si sa esattamente come il pittore abbia preso il virus ma, secondo la sua famiglia, non indossava la mascherina e non rispettava le misure di sicurezza, continuando a incontrarsi con gli amici, seguendo le teorie complottiste diffuse tramite i social media.

Il suo profilo Instagram mostra che era un talentuoso ritrattista e che creava ritratti di volti famosi.

Nei giorni prima del contagio Gary condivideva contenuti di gente che invitava a mostrare la faccia, a incontrare gli amici, ad abbracciare le persone, a «disobbedire ai tiranni».

Il cugino di Gary, Tristan Colpelan, ha raccontato alla stampa locale di averlo pregato di indossare la mascherina e di rispettare il distanziamento sociale «ma lui e i suoi amici non ne volevano sapere».

Il familiare ha anche detto che Gary faceva parte di un gruppo su Facebook che diffondeva teorie complottiste sulla pandemia: «Avrei voluto che quelle idee non avessero preso il sopravvento nella sua vita», ha detto. Inoltre, i membri del gruppo starebbero «molestando» la famiglia della vittima, chiedendo un test post mortem ma la causa del decesso è stata già «confermata dal padre, dal medico legale e dall’ospedale che ha preso il corpo».

Il cugino ha puntato il dito contro i membri di questo gruppo: «Lo hanno incoraggiato a non indossare una mascherina– ha detto Tristan Copeland –  e penso che se ne avesse messa una, se avesse rispettato il lockdown, se non avesse lavorato, avrebbe avuto una protezione maggiore e oggi sarebbe vivo».

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