Cronaca Social

Nicole e la sua verginità all’asta: “Era solo una provocazione”

La 18enne italiana diventata famosa per aver messo all’asta la sua verginità ha confessato al ‘Corriere’ che è stato tutto uno scherzo. E ora cominciano i problemi.

Era uno scherzo. Nicole, la 18enne diventata famosa per aver messo all’asta la propria verginità per pagarsi gli studi a Cambridge, ha confessato la verità al ‘Corriere della Sera’.

È iniziata come una provocazione – ha detto al quotidiano – volevo vedere se qualcuno era davvero disposto a spendere dei soldi per una cosa così. Un’idea idiota”.

Avevo letto di alcune ragazze che lo avevano fatto – ha spiegato – e volevo vedere se qualcuno sarebbe stato disposto a pagare anche per me. Ho contattato diverse agenzie. I più seri mi sono sembrati questi di ‘Elite Models Vip’ e li ho autorizzati a pubblicare le mie foto. Così è nata la storia che dovessi pagarmi gli studi a Cambridge, aiutare mia sorella e comprare casa ai miei genitori. Ma la verità è che sono figlia unica e non voglio nemmeno intraprendere studi economici”.

Quando le è arrivata la prima proposta da un milione di euro e la notizia si è diffusa nella sua scuola, Nicole ha capito che doveva fermarsi. L’ha anche confessato ai genitori che non l’hanno presa bene e “si sono vergognati molto”. Insomma, Nicole l’aveva combinata talmente grossa che non sapeva come uscirne.

Non ho mai pensato di farlo sul serio – ha rivelato la 18enne – e credevo di potermi fermare in qualunque momento, senza problemi. Ma adesso è diventato un incubo. L’agenzia continua a chiamarmi, mi chiede dove voglio che venga accreditato il bonifico, dicono che è arrivata un’offerta da un milione e sei”.

Non si aspettava di avere tutto questo ‘successo’. Ma è decisamente ‘troppo’ per la 18enne che ora rimpiange la ‘normalità’ della sua vita da studentessa.

Ora – ha dichiarato al ‘Corriere’ – voglio solo che la smettano di dire che ho messo in vendita la mia verginità. L’ho ripetuto pure ai miei compagni di classe che mi hanno chiesto se era vero: no, non è vero, non ho mai pensato seriamente di farlo”.

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