Da 20 anni non guarda più la tv. E da due decenni non ce l’ha più in casa. Ma la Rai continua a chiedergli il canone.
Questa battaglia a suon di bollette, diffide, raccomandate e richieste di rimborso vede coinvolti la tv di Stato e il professor Glauco Mancini, 97 anni, celibe, pesarese, docente di inglese per 52 anni. Ha detto basta al tubo catodico il 27 gennaio del 1998. Per un po’ il professore è riuscito a non pagare la tassa, ma quando il Governo ha deciso di inserire il canone nella bolletta elettrica, sono cominciate le rogne.
E il professore, esasperato, ha deciso di scrivere una lettera al ‘Resto del Carlino’ per esprimere tutta la sua amarezza.
“Trovo che ci sia una mancanza assoluta di buon gusto. Non è giusto – ha scritto – presumere che tutti abbiano la tv. Io non sono più nel mondo della Tv. Da vent’anni ne sono uscito e non è stata una rinuncia, un sacrificio. In tutto questo tempo non ho mai avuto alcun rimpianto, alcun ripensamento né un attimo di nostalgia. Evidentemente la Rai è convinta che senza la Tv sia impossibile sopravvivere. E invece, quando mi sono sbarazzato dei televisori che possedevo, ho provato un senso indescrivibile di sollievo, un senso inconfondibile di liberazione, come dire, un altro 25 aprile”.
Ma come fa il professore a vivere senza tv?
“Ho numerosi altri interessi – ha precisato nella lettera – molto più coinvolgenti e gratificanti. Anno dopo anno, giorno dopo giorno, vento o pioggia, vado in campagna a portar cibo agli animali del bosco, tassi, volpi, istrici e scoiattoli che si sono insediati benvenuti nella mia proprietà, ho creato un bosco dove prima non c’era nulla, ho raccolto per trent’anni i cani abbandonati. Non avevo né il tempo né il desiderio di sedere davanti alla tv che peraltro non avevo. Io sono il padrone indiscusso della mia esistenza. Non sono disposto a tollerare ingerenze di sorta nella scelta dei miei gusti. Trovo la pervicacia della Rai improvvida e molesta. Le chiedo di lasciarmi in pace”.
E noi glielo auguriamo di cuore.