Cronaca Social

Non mettere mai l’aglio nelle tue parti intime, rischi davvero grosso

L’allarme è stato lanciato da una ginecologa statunitense su Twitter, sfatando così un mito.

Una ginecologa statunitense ha esortato le donne a non mettere l’aglio nelle parti intime per curare le infezioni da lievito.

La dottoressa Jen Gunter, che vive e lavora in California, su Twitter ha sfatato il mito del consiglio di apporre l’aglio nelle parti intime per un massimo di tre giorni.

Come si legge sul Daily Mail, non esistono studi che sostengono che l’aglio abbia proprietà antifungine – a parte in una capsula di Petri – e potrebbe rappresentare un rischio serio per ulteriori infezioni, ha detto la dottoressa.

La vagina è l’ambiente ‘perfetto’ per la crescita dei batteri del botulismo, infezione che può essere pericolosa per la vita e portare alla paralisi.

La dr.ssa Gunter, editorialista della salute e autrice del libro The Vagina Bible, ha spiegato che l’aglio contiene l’allicina che, in laboratorio, ha dimostrato di avere proprietà antifungine ma la sperimentazione non è avvenuta “neanche nei topi, solo su un ‘piatto’ di cellule e la vagina non lo è“.

L’esperta ha anche approfondito i rischi gravi connessi all’uso dell’aglio perché, in primis, potrebbe stimolare la crescita dei batteri sulle parti intime: “I batteri possono essere patogeni, dannosi per il corpo. Ecco perché puliamo le ferite“.

L’aglio potrebbe anche causare la formazione di biofilm, un’aggregazione di microrganismi come la placca sui denti.

Il rischio più preoccupante, però, è il batterio del clostridium che, trovandosi sul terreno, può finire anche nell’aglio.

Anche i batteri non dannosi, però, possono produrre una tossina velenosa quando manca l’ossigeno, come avviene nelle lattine o nelle bottiglie chiuse.

A proposito, poi, del cità citato botulismo, si tratta di una condizione causata dal batterio del clostridium botulinum e l’infezione può essere conseguenza del consumo di cibo che contiene le tossine perché non è stato correttamente conservato in scatola o cotto.

Chi ne è infetto ha bisogno delle cure ospedaliere in quanto le tossine attaccano il sistema nervoso e causano la paralisi e, nel 5 – 10% dei casi, può essere fatale.

Inoltre, si ricorda che un’infezione da lievito vaginale provoca irritazione, secrezione e intenso prurito. Le più comuni sono la vaginosi batterica o il mughetto e colpisce tre donne su quattro a un certo punto della loro vita.

La vagina è progettata per mantenersi pulita con l’aiuto delle secrezioni naturali e ci sono molti batteri all’interno per proteggerla. I batteri, tra l’altro, aiutano a mantenere l’equilibrio del pH, producono le batteriocine (gli antibiotici presenti in natura) e producono una sostanza che colpisce invadere i batteri che si attaccano alle pareti della vagina, causando potenziali danni ai tessuti.

Tuttavia, se tale equilibrio batterico è ‘disturbato’, si possono sviluppare le infezioni.

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