Il suo nome è Vinicio Bulla ed è un imprenditore di Caltrano, comune di 2.500 abitanti della provincia di Vicenza, in Veneto.
Si sta parlando di lui perché ha affermato che “non voglio morire con i soldi in banca, voglio aiutare il territorio“.
Sì, perché Bulla è a capo della Rivit Spa, un’azienda leader nella produzione di acciai speciali, tra i più utilizzati nelle piattaforme petrolifere nei mari di tutto il pianeta.
Nella sua fabbrica lavorano 150 dipendenti.
Come si apprende dal sito del Messaggero, Bulla è un imprenditore modello: “sempre in fabbrica, capace di stringere la cinghia per evitare ai dipendenti anche un solo giorno di cassa integrazione nelle fasi di recessione che pure ci sono state, caparbio nell’investire, testardo nel rifiutare di cedere l’azienda ai fondi esteri“.
Ebbene, i risparmi personali dell’imprenditore sono stati messi a disposizione di un fondo che eroghera contributi ai dipendenti per sostenere le spese associate ai figli.
In pratica, ogni dipendente riceverà 3mila euro di contributo per la nascita o l’adozione di un figlio e fino a 6.600 euro l’anno per ciascun bambino, per l’iscrizione e la mensa negli asili nido e nelle scuole materne.
Un gesto straordinario che ha lo scopo di “gratificare i miei dipendenti che se lo meritano“, ha spiegato l’imprenditore, ma anche per sostenere le famiglie del territorio in cui si trova l’azienda e per incentivarle a fare figili.
Elena Donazzan, assessore al Lavoro della Regione Veneta, inviando una lettera a Bulla, ha affermato: “Le sono profondamente grata per la sua scelta di grandissimo valore sociale, che testimonia ancora una volta il profondo legame che unisce le imprese venete al loro terrritorio“.