La Corte d’Assise di Macerata ha condannato all’ergastolo, con isolamento diurno per 18 mesi, il pusher nigeriano Innocent Oseghale, ritenuto responsabile di avere violentato, ucciso e fatto a pezzi Pamela Mastropietro, i cui resti sono stati ritrovati il 31 agosto dello scorso anno dentro due trolley nella campagna di Polenza, a pochi chilometri da Macerata.
La sentenza è arrivata dopo una camera di consiglio durata oltre cinque ore.
La condanna, quindi, ricalca la richiesta dell’accusa che aveva chiesto per il nigeriano il massimo della pena.
Ci sono stati abbracci e applausi in aula.
I sei giudici popolari – come si legge su Repubblica.it – quattro donne e due uomini, lo hanno giudicato colpevole di tutti i reati che gli erano stati contestati: l’omicidio volontario aggravato dalla violenza sessuale, il vilipendio, la distruzione del cadavere e l’occultamento dei resti della ragazza.
I genitori hanno commentato così: “Giustizia è fatta“. E Giovanni Giorgio, procuratore di Macerata, dopo la sentenza, ha affermato: “Avevamo chiesto l’ergastolo ed ergastolo è stato. È stato un lavoro duro, c’è stata tanta pressione mediatica, ma noi abbiamo cercato sempre di tenere i piedi per terra“.
La difesa di Innocent Oseghale, però, ha annunciato il ricorso in appello.
Leggi anche: Così è stata uccisa Pamela Mastropietro.