La NASA ha comunicato i “programmi” per le dimissioni della Stazione Spaziale Internazionale (ISS) dato che siamo prossimi alla conclusione della sua attività lassù. Già, perché entro la fine del decennio l’intero complesso spaziale dovrà in qualche modo essere rimosso. L’agenzia spaziale statunitense ha lanciato un’apposita richiesta di proposte trovare un nuovo veicolo spaziale per guidare la stazione verso una disintegrazione controllata. Il tutto dovrebbe avvenire nell’atmosfera terrestre, quindi teoricamente in un’area altamente controllata e calcolata.
Secondo la politica attuale, la NASA e la maggior parte dei suoi partner internazionali hanno l’intenzione di mantenere operativa la ISS fino al 2030. In quel momento la struttura della stazione spaziale diverrà troppo logorata per garantire la sicurezza degli astronauti al suo interno. Il problema principale ha a che fare con disposizione della struttura con le sue 100 tonnellate di peso.

L’opzione di spingerla verso un’orbita più elevata è stata esclusa. Stiamo parlando di un’immensa quantità di energia richiesta e stress meccanici. La via più sicura è una discesa controllata dell’ISS nell’atmosfera. In questo caso si incendierà e i detriti cadranno in una regione oceanica.
Inizialmente, l’idea era quella di usare delle navi cargo russe Progress, comandate in modalità robotica, per spingere la ISS nell’orbita desiderata. Uno studio condotto dalla NASA ha però dimostrato che questa opzione potrebbe non essere molto efficace.
Come alternativa, la NASA ha lanciato una proposta per un “Veicolo di Deorbitazione degli Stati Uniti” (USDV) che sarà utilizzato nella fase finale della deorbitazione della stazione spaziale. Questa, infatti, scenderà naturalmente di quota a causa del decadimento dell’orbita.
La NASA, insieme ai suoi partner internazionali, sta cercando soluzioni innovative per garantire che la stazione spaziale possa essere smaltita in modo controllato, senza costituire un pericolo per l’ambiente spaziale e la Terra stessa.