Anche se sono scadute le 96 ore di totale autonomia del sottomarino Titan, le ricerche continuano alla disperata. Il mezzo è scomparso domenica mentre portava alcuni facoltosi turisti a visitare proprio il relitto del Titanic. Il luogo dove si è inabissata la nave “inaffondabile” è un tratto di mare particolare profonda anche 3800 metri. La profondità, unita alle condizioni meteo precarie, rende complessi i tentativi di ricerca del Titan.
Erano le prime ore del mattino del 18 giugno quando il sottomarino turistico dell’azienda Ocean Gate, è scomparso senza lasciare tracce con i 5 ospiti e il conducente. Gli ultimi segnali mandati dal sommergibile si trovano proprio nei pressi di ciò che rimane del transatlantico affondato nel 1912. Ci troviamo al largo della regione di Terranova e Labrador, diverse migliaia di chilometri dalla costa canadese.

In un tratto di mare così vasto e in un’area di ricerca così dispersiva, il Titan è di piccole dimensioni, appena 7 metri di lunghezza e 2,5 di diametro. Sono anche questi fattori importanti che stanno rendendo le ricerche davvero difficoltose. Il maltempo non è di aiuto e, anche se la situazione fosse calma in quel tratto di mare, i tentativi dei soccorritori di individuare il sottomarino restano complessi.
Quando domenica si sono perse le tracce del Titan, squadre di soccorritori si sono subito messe in moto per cercare di individuare in quale punto del fondale il sommergibile si sia posato. Si sta cercando disperatamente di captare le onde sonore che il mezzo dovrebbe emettere. Il sistema di localizzazione è uno di quelli più comuni nei sottomarini. Ma si hanno dubbi se il sistema sia effettivamente in funzione.
Un altro metodo che si sta impiegando è quello delle sonoboe. Si tratta di strumenti formati da un galleggiante e alcuni sensori che sprofondano nel mare restano attaccati alla boa. In questo modo è possibile individuare irregolarità nel fondale con la trasmissione immediata dei dati.
I 4 giorni senza aria con cui il mezzo subacqueo può resistere sono da poco scaduti, e il sistema di riciclo e purificazione dell’aria ha questo invalicabile limite. Considerando che il sistema abbia funzionato a dovere, le temperature nel sottomarino saranno comunque simili a quelle dei fondali marini, attorno ai 3 gradi. Davvero scarse le speranze di recuperare i sei occupanti.