Dalle 9.37 di ieri 28 giugno il ponte Morandi è definitivamente stato cancellato dallo skyline di Genova. Nel giro di 6 secondi, come da programma, sono state rase al suolo anche le pile 10 e 11, le uniche rimaste in piedi a quasi un anno dal tragico crollo.
Prima che le 3300 persone evacuate potessero tornare in casa è stato necessario attendere i risultati in merito alla qualità dell’aria con particolare attenzione per le polveri sottili e le fibre di amianto. C’erano nove pompe che aspiravano dieci litri di aria al minuto portandoli in laboratorio ogni tre ore.
I dati sono stati incoraggianti fina da subito. Poco dopo l’implosione, infatti, i valori delle polveri erano già rientrati sotto la soglia minima di attenzione e alle 21 tutte le famiglie erano finalmente ritornate a casa.
“I dati sulle polveri di amianto ci dicono che l’amianto è assente – ha affermato il sindaco Marco Bucci nella serata di ieri – e tutto è tornato come prima dell’esplosione”.
“L’operazione non poteva andare meglio di così. Mi premeva che funzionassero i muri d’acqua. Abbiamo effettuato un contenimento delle polveri che farà scuola” gli ha fatto eco Danilo Coppe, esplosivista e titolare della azienda di demolizioni Siag di Parma che ha attivato le microcariche che hanno demolito le pile 10 e 11 del Morandi.
“Una giornata importante per l’Italia intera. Pensiamo alle 43 vittime e alle famiglie – ha detto il presidente della Regione Liguria e commissario per l’emergenza Giovanni Toti – agli sfollati, ai feriti, ai sopravvissuti, alla voglia di giustizia per un evento assurdo che non doveva succedere”.
Ad assistere alla demolizione c’erano anche il vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini, il vicepremier e ministro dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio e la ministra della Difesa Elisabetta Trenta.
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