Sta facendo discutere la storia di Rossana Stella, una mamma single di 53 anni, dipendente dell’Asl che vive a Prato. Entro 60 giorni la donna dovrà lasciare la casa popolare di cui è assegnataria da 15 anni. La sua vicenda indigna perché la signora Rossana vive con un figlio di 27 anni affetto da autismo e perché lo ‘sfratto’ è arrivato in quanto la donna ha un camper.
Secondo le modifiche alla legge 96/96, infatti, chi è assegnatario di casa popolare non può possedere veicoli di potenza superiore a 80 kw e il suo camper, con cui trasporta anche il figlio facendogli fare brevi gite, ha 96 Kw di potenza.
Ma la questione è che quel camper non è un lusso per Rossana e non è nemmeno un posto dove poter andare a vivere stabilmente con un figlio che ha bisogno di spazi decisamente più ampi. Quel camper serve per la riabilitazione del figlio, per portarlo a fare una gita al mare la domenica.
“I brevi viaggi in camper che ogni tanto facciamo – ha dichiarato la donna – lo tranquillizzano e lui si svaga. Non credevo di essere capace di guidare un camper, ma quando ho visto che Luigi era felice sono riuscita a fare anche questo. In precedenza avevo provato qualche giorno in albergo o in bungalow ma sono state esperienze fallimentari, il camper invece è come una casa per il mio Luigi”.
Rossana ha presentato le controdeduzioni allo sfratto, allegando una nuova certificazione dei servizi psichiatrici Asl che attestano che l’acquisto del camper è “finalizzato alla cura e alla riabilitazione del figlio”.
“Conosco il caso – ha ddetto Luigi Biancalani, assessore ai servizi sociali del Comune a Prato – e studieremo attentamente le controdeduzioni. Lo sfratto intanto verrà rimandato”.
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