Secondo giorno di votazioni alle Camere per eleggere i presidenti dopo il nulla di fatto di ieri ma con un terremoto che rischia di cambiare le carte in tavola.
Dopo, infatti, la scelta della Lega di votare per Anna Maria Bernini di Forza Italia come presidente del Senato, si è scatenata l’ira di Silvio Berlusconi che ha subito parlato di rottura della coalizione di centrodestra.
Matteo Salvini si è giustificato dicendo che alla base della scelta leghista c’era la volontà di sbloccare l’impasse e di scongiurare un accordo tra il Movimento Cinque Stelle e il Partito Democratico.
Molti analisti, però, hanno visto in questa scelta l’avvio di un dialogo operativo tra Luigi Di Maio e Matteo Salvini per la formazione dell’esecutivo.
Comunque, in attesa delle votazioni odierne, a Palazzo Grazioli si è tentato di ricucire lo strappo con un summit tra i vertici del centrodestra, compreso Paolo Romani, il candidato di FI alla Presidenza del Senato ma non gradito dal Movimento Cinque Stelle perché condannato per peculato.
L’incontro si è concluso con la scelta del terzo nome di Forza Italia da proporre al M5S (e a tutto il Parlamento), ovvero Maria Elisabetta Alberti Casellati, al Parlamento dal 1994 e componente del Consiglio Superiore della Magistratura. Sarebbe la prima donna alla Presidenza del Senato della storia della Repubblica.
Quando si è fatto il suo nome, il M5S aveva già fatto sapere che non avrebbe avuto alcun problema a convergersi sul nome della politica veneta. Ed è arrivato il sì ufficiale di Di Maio.
Nella notte, poi, i pentastellati avevano annunciato il nome del proprio candidato. Si trattava di Riccardo Fraccaro, fedelissimo di Luigi Di Maio, scalzando così il nome di Roberto Fico, dato in pole position ormai da molti giorni. Quest’ultimo, però, è tornato candidato stamattina.