Nei giorni scorsi ignoti hanno forzato l’ingresso della cappella cimiteriale e scardinato le lastre che ricoprono le tombe di Ciccio e Tore Pappalardi, i fratellini di Gravina, scomparsi il 5 giugno 2006 dalla cittadina pugliese, all’età di 11 e 13 anni, e i cui cadaveri furono ritrovati nel febbraio 2008 sul fondo di una cisterna.
La notizia della profanazione delle tombe è stata data dal sindaco di Gravina, Alesio Valente, al quale è stata comunicata dal padre dei bambini, Filippo Pappalardi, che inizialmente era stato arrestato con l’accusa di averli uccisi e poi fu prosciolto da ogni accusa.
I due bambini – stando a quanto ricostruito – morirono in seguito a una caduta accidentale nella cisterna mentre giocavano.
«La loro tragica storia non basta a saziare la fame di dolore degli sciacalli – ha detto oggi il primo cittadino di Gravina – Un paio di giorni fa mani ignote ma esperte hanno forzato l’ingresso della cappella cimiteriale in cui riposano i due fratellini ed hanno scardinato le lastre di vetro che ricoprono le tombe. Me ne ha voluto parlare con la voce rotta dalla sofferenza il padre dei due fanciulli, Filippo, fiducioso che le istituzioni, anche attraverso il sindaco, e naturalmente attraverso le forze dell’ordine e la magistratura, possano aiutare a far luce su quanto accaduto, sui motivi di tanto odio vigliacco».
Il sindaco Valente si chiede il motivo di tale gesto, che è «come sale su una ferita mai rimarginata, è un’offesa non solo ad una famiglia che piange i suoi bambini, ma ad una città intera, che forse con quella triste vicenda non ha ancora fatto del tutto i conti. Ed è forse ora di fermarsi a riflettere, nel nome della verità».
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