Andreea Mihaela Gheorghe, si chiama così la fidanzata di Raffaele Sollecito. È stato proprio lui a rivelare di avere un nuovo amore.
Lo ha fatto in un’intervista al settimanale Oggi in cui presenta ufficialmente la sua nuova compagna, che poi ha raccontato i retroscena della loro storia. Ha 22 anni e origini romene.
I due si sono conosciuti in università grazie alla somiglianza con Amanda Knox, la ragazza americana con cui è stato accusato (e poi assolto) dell’omicidio di Meredith Kercher nel 2007.
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«Ero in Spagna per l’Erasmus e un giorno un professore mi disse che avevo uno sguardo da Amanda Knox», ha raccontato lei al settimanale. Non sapendo chi fosse, è andata subito su Internet a fare una ricerca. Li ha scoperto Raffaele Sollecito e tutta la sua storia. «Ho guardato dei video, l’ho ascoltato in alcune interviste e mi è subito piaciuto tantissimo».
La giovane ha spiegato di essere stata colpita non solo dall’aspetto fisico: «Era carino, aveva quest’aria pulita da ragazzino e nonostante tutto quello che aveva passato mi colpiva la calma con cui si esprimeva».
Andreea Mihaela Gheorghe ha quindi contattato Raffaele Sollecito, scusandosi per la sua invadenza. Ma invece lui ha risposto e a forza di scriversi hanno poi deciso di sentirsi anche telefonicamente. «Ci siamo parlati al telefono ed è venuto il desiderio di vederci. Quando Raffaele mi ha invitato a Milano non ho avuto il minimo dubbio».
Lei non era mai stata a Milano, non aveva neppure amici e conoscenti lì. «Raffaele era il mio unico riferimento. Lo conoscevo da poco, ma ero sicura che fosse una persona sensibile, incapace di fare del male, incapace addirittura di concepirlo».
Avevano deciso di vedersi solo per qualche giorno, invece è rimasta a Milano per un mese: si sono innamorati così. Andreea Mihaela Gheorghe però è dovuta tornare in Romania per completare gli studi, ma non vede l’ora di tornare. Per lei Raffaele Sollecito è «la persona più stabile, gentile, e carina che abbia mai conosciuto in vita mia». Lui dal canto suo si è detto felice di «vivere un amore vero» e di avere qualcuno che lo aiuta a guardare avanti. «A luglio 2020 si laurea, il giorno dopo raccoglie armi e bagagli, viene a Milano e andiamo a vivere insieme».
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Tornando a parlare dell’omicidio di Meredith, Sollecito ha recentemente detto: «A quella sera ci penso ancora. Ci sono cicatrici che non andranno mai più via, per 8 anni sono passato per uno spietato killer. Ho perso 8 anni della mia vita di cui 4 passati nel carcere di massima sicurezza (6 mesi in isolamento) in cui sono stato male, ho avuto attacchi di panico e problemi cognitivi. In carcere non è stato facile, per me era un ambiente difficile e pericoloso: ho visto detenuti accoltellarsi per una crostatina, unico dolce a cui potevano aspirare in quel posto».
Questo lo sfogo dell’ingegnere pugliese che ha speso parole anche per Meredith: «Meredith, che io ho conosciuto poco, è una vittima come noi. Mi dispiace tanto per la sua famiglia, che ha perso una figlia così a 20 anni. Mi dispiace soltanto che abbiano creduto alla Procura e non abbiano mai voluto parlare con me, mi sarebbe piaciuto avere un dialogo con loro».
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