Il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto legislativo che introduce il reddito di inclusione dall’1° gennaio 2018.
La misura si rivolge a una platea di 400mila famiglie, pari a 1,8 milioni di persone.
L’importo consiste in un assegno mensile dai 190 ai 485 euro e dipenderà dal numero dei componenti della famiglia e dal reddito familiare.
“Per la prima volta misure di contrasto permanente per la lotta alla povertà“, ha affermato il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti.
Sul tavolo 1.845 miliardi per rafforzare i servizi, a cui si aggiungono le risorse del programma operativo nazionale, pari a un miliardo fino al 2022, per un totale di 2 miliardi di euro dal 2019.
I DETTAGLI
Il decreto introduce dal 1° gennaio 2018 il Reddito di inclusione (REI), quale misura unica di contrasto alla povertà e all’esclusione sociale.
Il beneficio è condizionato alla prova dei mezzi e all’adesione a un progetto personalizzato di attivazione e di inclusione sociale e lavorativa finalizzato all’affrancamento dalla condizione di povertà.
Il nucleo familiare del richiedente dovrà avere un valore dell’ISEE, in corso di validità, non superiore a 6.000 euro e un valore del patrimonio immobiliare, diverso dalla casa di abitazione, non superiore a 20.000 euro.
Hanno priorità nell’accesso al REI le famiglie con figli minorenni o disabili, donne in stato di gravidanza o disoccupati over 55.
Il REI è compatibile con lo svolgimento di un’attività lavorativa ma non con la contemporanea fruizione, da parte di qualsiasi componente il nucleo familiare, della Naspi o di altro ammortizzatore sociale per la disoccupazione involontaria. Il REI si compone di un beneficio economico per 12 mesi e di un ‘progetto personalizzato‘ volto al superamento della condizione di povertà.
Il sostegno sarà concesso per un periodo continuativo non superiore a 18 mesi e sarà necessario che trascorrano almeno 6 mesi dall’ultima erogazione prima di poterlo richiedere di nuovo.
FONTE: ANSA.