«Mi dispiace per un passaggio del mio discorso di ieri in Senato che ha creato polemiche, ma a me l’idea che una persona possa morire da sola mi fa uscire di testa. Il fatto di poter avere qualcun accanto, per me fa la differenza».
Così Matteo Renzi, leader di Italia Viva, in una diretta su Facebook in occasione del Primo Maggio, con riferimento al suo intervento di ieri in Senato che ha scatenato molte polemiche.
L’ex premier ha, infatti, detto: «La gente di Bergamo e Brescia che non c’è più, se potesse parlare ci direbbe di riaprire».
«Quando ho visto il corteo delle bare a Bergamo sui camion dell’esercito – ha affermato oggi Renzi – la cosa sconvolgente era l’anonimato. Ieri ho fatto un passaggio che tutto era tranne un attacco: chi ha voluto fare polemica cerca un appiglio per lo scontro. Ma io non rilancerò polemiche assurde su una cosa su cui si deve avere solo silenzio e rispetto».
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E Matteo Salvini, a Mattino Cinque, commentando le parole del politico toscano, ha detto: «Io i morti li lascerei in pace. Quelle nonne, quei nonni, quei papà, quei fratelli non li tirerei mai in ballo in un discorso politico perché sono oltretutto persone morte da sole».
E Giorgio Gori, sindaco di Bergamo, ha detto: «Mi pare un’uscita a dir poco infelice. Se Renzi voleva rendere omaggio ai nostri morti, il modo – coinvolgerli a sostegno della sua proposta di riapertura delle attività – è decisamente quello sbagliato. La gente di Bergamo e Brescia che non c’è più, se potesse parlare ci direbbe di riaprire».
«Immagino che il leader di Italia Viva – ha proseguito Gori – volesse sottolineare l’attaccamento al lavoro della gente di Bergamo e di Brescia. Ma sostenere che le vittime del virus, se potessero parlare, ‘vorrebbero’ oggi la riapertura appare purtroppo stonato e strumentale. Sono certo che Renzi ha pieno rispetto del dolore di queste province: quella pronunciata al Senato è però una frase decisamente fuori luogo».
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