Cronaca Social

Ricetta elettronica, il Ministero della Salute: “da adesso è definitiva”

Ci sono delle novità interessanti a proposito di prescrizioni e ricette mediche. Si tratta di aggiornamenti di una normativa che coinvolge anche i pazienti cronici. La ricetta dematerializzata (quella, di fatto, digitale) sarà adesso valida per un anno e permetterà di acquistare farmaci per ben 30 giorni di terapia.

La ricetta elettronica diventa quindi definitiva e la conferma arriva proprio dal ministro della Salute, Orazio Schillaci. Dal Ministero, in un comunicato, si spiega che la misura viene approvata come parte del decreto legge Semplificazioni approvato in Consiglio dei ministri e pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 23 febbraio. Si attendevano tutti i decreti applicativi che facessero entrare progressivamente in vigore tutte le misure contenute. Dichiara il ministro Schillaci: “abbiamo reso strutturale la ricetta elettronica, sia quella rossa che quella bianca, molto apprezzata da cittadini e medici”.

Spiega il ministro della Salute in conferenza stampa: “Abbiamo ritenuto che fosse giusto porre fine alla sperimentazione e alle proroghe. Bisognava semplificare il lavoro dei medici di famiglia e la vita dei cittadini che non dovranno recarsi negli studi medici. Ora potranno ricevere la ricetta tramite mail o altri canali sul proprio cellulare”. È giunto il momento di avere la ricetta a portata di telefono o di computer, in mail. Era davvero arrivato il momento che fosse possibile questa “sburocratizzazione”. 

Per i pazienti cronici la ricetta elettronica sarà valida per un anno e permetterà di fare scorta di farmaci per 30 giorni di terapia, sempre in base alle indicazioni del medico. Chiarisce il ministro della Salute: “Un malato cronico ha bisogno periodicamente di assumere lo stesso farmaco. Grazie a questa norma i pazienti, o chi si prende cura di loro in caso di non autosufficienza, hanno il doppio vantaggio di non dover andare ripetutamente dal medico per ritirare la ricetta e ripetutamente in farmacia per ritirare i farmaci”.

Ricorda il ministro che “molti pazienti cronici sono persone anziane. Spesso sono affette da più di una patologia cronica, non autosufficienti o che hanno difficoltà a spostarsi”. Principalmente è questo il motivo che ha spinto a semplificare anche la reperibilità della ricetta. “È evidente la portata semplificativa di questa misura non solo per le persone ma anche per i medici di famiglia per i quali si alleggerisce il carico di lavoro amministrativo a vantaggio della cura dei pazienti”.