Quando è nata, i medici avevano detto che non avrebbe potuto né camminare né parlare. Oggi Federica, che ha 19 anni, fa entrambe le cose, frequenta il quarto anno dell’Istituto d’Arte di Sassari e da grande vorrebbe lavorare nel mondo della moda. Ma è autistica e ha bisogno di un insegnante di sostegno che, però, non c’è. Per questo la mamma l’ha ritirata da scuola.
“Mi è presa una stretta al cuore mentre la portavo via – ha raccontato a ‘Repubblica’ la signora Rita Masia, la mamma di Federica – ma è stata una scelta giusta. In questo modo almeno non sta più male, perché quando torna da scuola è carica di stress e rimane nervosa per tutto il giorno”.
Sì, perché Federica a scuola non può fare altro che stare “seduta al banco da sola per cinque ore al giorno, tutti i giorni, senza fare niente se non vedere gli altri che fanno lezione” e “non può fare nemmeno educazione fisica o il laboratorio di moda“, “al massimo le danno un foglio per farla colorare”.
Il problema è serio e riguarda tutta l’Italia: secondo le ultime stime del Ministero dell’istruzione per i 272mila studenti che ne avrebbero diritto ci sono solamente 156mila insegnanti.
“Vorrei solo essere aiutata – ha detto la mamma – e che vengano rispettati i diritti di mia figlia. Quando sono andata a ritirare Federica, il dirigente scolastico mi ha detto che a giorni faranno la nomina dell’insegnante. Lo ripete dal primo giorno di scuola”.
Oggi Federica, quindi, è a casa. Non va più a scuola e non per colpa sua. Ma la signora Rita è decisa a non mollare: “Con un insegnante vicino – ha spiegato – può fare i dettati, leggere, scrivere, fare i calcoli. Per lei ho sempre combattuto e continuerò a farlo“.
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