L’amore di un padre per sua figlia può tutto, anche far finta che le bombe che cadono su una città siano parte di un grande gioco. Questa, in pochissime parole, è la storia di Abdullah Muhammed, un uomo della città siriana di Iblid. Perché tutti conoscono il suo volto?
Per un motivo molto tenero: pochi giorni fa, con il centro urbano in cui vive sotto le bombe della guerra civile che continua a insanguinare il Paese, ha cercato di proteggere la sua piccola Salwa – questo è il nome della figlia di 4 anni – facendole credere che gli scoppi degli ordigni bellici facessero parte di un grande gioco.
Il video virale
Il video, pubblicato per la prima volta dall’agenzia Reteurs e dal quotidiano The Guardian sulla sua pagina Facebook ufficiale, è diventato in poco tempo virale.
Nel filmato si vede l’uomo che incoraggia la bimba a ridere ogni volta che sente l’esplosione di una bomba. Inizialmente le chiede se il rumore che sentono è quello di un jet o di una bomba. Quando lei risponde indicando la seconda opzione, lui la invita a iniziare a ridere ogni volta che si verifica l’esplosione. Successivamente le chiede se trova divertente la cosa e la piccola risponde di sì.
In poche decine di secondi che a molti hanno ricordato la trama de La Vita è Bella di Benigni, il giovane padre è riuscito a dimostrare che, quando si tratta di raccontare ai bambini le ferite del mondo di oggi, con amore e creatività si può tirare fuori qualcosa di davvero speciale.
La speranza per un futuro migliore
Il protagonista del video è un uomo di 32 anni che, intervistato dopo la pubblicazione del video, ha affermato di sognare un futuro migliore per la figlia che, a suo dire, è stata convinta che il suono delle bombe abbia qualcosa a che fare con i fuochi d’artificio.
Questo espediente, a quanto pare, sarebbe risultato utile per sconfiggere la paura di qualcosa di oggettivamente tremendo e incomprensibile (negli ultimi tre mesi circa 900.000 persone sono state costrette a lasciare le proprie abitazioni in quella che è l’ondata di sfollati più grande dopo il secondo conflitto mondiale).
LEGGI ANCHE: Flavia 11 anni: “Cara bulla, mai spegnerai la mia voglia di vivere”.