Buone nuove per i lavoratori. E’ al vaglio del Governo una proposta di legge che riscrive le modalità di pagamento degli stipendi.
Si tratta di una proposta di legge a firma dell’onorevole Titti Di Salvo (Pd) datata 2013 che prevede l’obbligo per il datore di lavoro o il committente di erogare i pagamenti tramite accrediti su conti in banca o in Posta e non più con i contanti.
“La presente proposta di legge – secondo l’onorevole Di Salvo – offre una soluzione a un problema che colpisce moltissimi lavoratori. È infatti noto che alcuni datori di lavoro, sotto il ricatto del licenziamento o della non assunzione, corrispondono ai lavoratori una retribuzione inferiore ai minimi fissati dalla contrattazione collettiva, pur facendo firmare al lavoratore, molto spesso, una busta paga dalla quale risulta una retribuzione regolare”.
E proprio per questo, se la proposta dovesse diventare legge, la firma della busta paga non costituirà prova dell’avvenuto pagamento.
Per chi viola questo obbligo, sono previste multe che vanno dai 5mila ai 50mila euro.
Ma non è tutto. La legge impone anche che al momento dell’assunzione, il datore indichi sul modello UniLav l’istituto bancario o l’ufficio postale dove pagare gli stipendi. In mancanza di tale dichiarazione la multa è di 500 euro.