Si aggrava il quadro accusatorio nei confronti di Guerlin Butungu, il congolese 20enne accusato di essere il ‘capobranco’ degli stupri di Rimini alla giovane turista polacca e alla transessuale peruviana.

Il giovane – che nega gli stupri accusando i minori del gruppo – sarebbe stato chiamato in causa da uno di loro – uno dei fratelli marocchini – anche per un altro episodio, un tentativo di violenza nei confronti di una ragazza della comitiva, avvenuto fuori da un locale di Pesaro, ma gli altri del gruppo sarebbero riusciti a fermarlo.
Un episodio su cui sono ora in corso accertamenti da parte della procura di Rimini.
Butungu sarebbe stato, inoltre, riconosciuto dalla coppia di Legnano, vittima di un tentativo di violenza sempre a Rimini il 12 agosto scorso.
La ragazza, in quell’occasione, era stata palpeggiata ma era riuscita a salvarsi urlando.
Alla coppia era stato rubato anche un telefonino, ritrovato nella disponibilità del congolese assieme a quello di un’altra coppia aggredita a Rimini la notte dei polacchi e della trans peruviana, mezz’ora prima del primo episodio.
Elementi che fanno propendere gli inquirenti per un preciso ‘modus operandi’ del gruppo, tra rapine e violenze.