Non migliora la posizione dei due carabinieri accusati di violenza sessuale nei confronti di due studentesse americane a Firenze. Le loro dichiarazioni potrebbero rivelarsi un boomerang.
“Capii che si era realizzata un’occasione di sesso e così ci siamo comportati da maschietti“, ha dichiarato uno dei due, Marco Camuffo, davanti al pm Ornella Galeoffi.
Il militare, inoltre, pur ammettendo di aver sbagliato, si è comunque giustificato adducendo una motivazione che alle orecchie dei non addetti ai lavori non suona proprio bene.
Riaccompagnare le ragazze a casa è stata per lui “una galanteria”: “Avrei dovuto avvisare il comandante, ma non l’ho fatto. Ma si è sempre fatto così perché magari per motivi di sicurezza le aggrediscono nel portone. Così ci siamo consultati, perché eravamo titubanti“.
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Poi Camuffo ha dichiarato che la ragazza era ‘disponibile’, ma ad insinuare il dubbio ci ha pensato l’altro militare, Pietro Costa che ha raccontato al pm che la studentessa cercava di negarsi mentre Camuffo tentava di toglierle i pantaloni.
Per quanto riguarda la sua posizione, invece, Costa ha ammesso di aver “fatto degli errori” e “violato tutti i doveri”. E ha aggiunto: “È stata lei a invitarmi a salire. Pensavo nella mia testa magari salgo poi scendo ci diamo un bacio e finisce là. Sapevo che ero in servizio e questa cosa non doveva assolutamente accadere“.
E il finale è stato ad effetto: “Io faccio questo lavoro e tutti sanno che queste americane spesso e volentieri fanno delle avances, questa è la storia che sappiamo un po’ tutti”.
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