Arriva l’estate, il caldo si fa sentire, e anche i bambini avvertono il bisogno di ingerire più liquidi, ma l’acqua non basta. E così via libera a thè, centrifughe e soprattutto succhi di frutta.
Niente di più sbagliato.
Se per i nutrizionisti thè e centrifughe vanno consumati con parsimonia e non come sostituti dell’acqua, i succhi di frutta sono completamente messi al bando. Lo ribadiscono le nuove direttive dell’American Academy of Pediatrics (Aap), un’organizzazione di 66mila pediatri che si occupa della salute dei bambini.
Ma perché? Perché sono una bomba di zuccheri. E lo zucchero si sa, in dosi eccessive, è uno dei principali responsabili del sovrappeso, dell’obesità, della carie e anche dell’insorgenza di alcuni tumori.
Una ricerca dell’Università di Liverpool ha analizzato oltre un centinaio di succhi per bambini presenti nei supermercati e ha rilevato che 100 ml di prodotto contiene dai 5,6 ai 10,7 grammi di zucchero. Quindi in ogni confezione da 200 ml ce ne sono da un minimo di 11,2 ad un massimo di 21,4 grammi. La dose massima raccomandata per i bambini è di circa 19 grammi.
Si salvano a metà i succhi “senza zucchero aggiunto”. Queste bibite contengono comunque i cosiddetti zuccheri liberi, come glucosio e fruttosio naturalmente presenti nella frutta e nel miele, e anche loro vanno a contribuire alla quota giornaliera. Quindi, occhio anche al consumo di queste bevande che solo apparentemente sarebbero più sane.
Inoltre i succhi in commercio sono poveri di fibre e vitamine a causa del processo di pastorizzazione al quale è sottoposta la frutta.
I pediatri dell’Aap, quindi, li sconsigliano ai bambini di età inferiore ad un anno (fino a 6 mesi l’allattamento deve costituire l’unica fonte di alimentazione). Per gli altri raccomandano un uso molto moderato: meno di un bicchiere fino ai 6 anni, non più di un bicchiere fino ai 18 anni.
L’ideale sarebbero, invece, una bella spremuta fatta in casa o una macedonia con frutta fresca. E senza zucchero!