“Mi si tira in ballo e io sono ironico, finché si scherza va bene, mi spiace solo quando queste cose sono legate al sentimento e alla sessualità, perché anche una battuta può mettere un adolescente a disagio, e che un idolo dei ragazzini mi prenda in giro su questo è un atto di bullismo molto forte, non solo verso di me“.
Tiziano Ferro sceglie la conferenza stampa di presentazione del suo nuovo album Accetto miracoli, prodotto in gran parte da Timbaland, per parlare di bullismo e attacchi ai gay che anche lui dice di aver sperimentato e il riferimento sembra tanto rivolto a Fedez che nel 2011 con la sua Tutto il contrario ironizzò pesantemente sul cantante di Latina.
“Ti riferisci a Fedez?” chiede un giornalista per togliere ogni dubbio di interpretazione. “Lui è uno dei tanti“, risponde lapidario Ferro.
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Immediata la replica del rapper che su Instagram chiede scusa a Tiziano Ferro: “Mi stupisce il tempismo, mi fa strano dover rendere conto di una canzone che ho scritto dieci anni fa – dice Fedez nella sua story – era ancora underground, non avevo una casa discografica né un pubblico. A 19 anni si è delle persone completamente diverse e ci si esprime con termini e toni completamente diversi“.
“Quello che volevo dire nella canzone – continua – è che le preferenze sessuali sono accessorie al mio giudizio verso l’artista, poi lo condisco con una scrittura dissacrante come è quella di un ragazzo di 19 anni. Penso negli anni di aver dimostrato che io e l’omofobia viaggiamo in parallelo e non ci incontriamo mai – aggiunge – Non ho mai pensato di aver offeso Tiziano perché poi negli anni l’ho portata live e ho avuto modo di conoscere Tiziano e questo non mi è mai stato riferito“, si giustifica il cantante.
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Nel suo album Tiziano Ferro fa riferimento alle offese ricevute, nella presentazione spiega che “il bullismo non è finito a 13 anni e viene anche da chi scrive canzoni“.
Ferro ha poi sottolineato che “serve una legge contro l’odio, perché le parole sono importanti. Bisogna imparare a dire le cose, esistono forme e tempi”. Per l’artista di Latina “anche questo è bullismo, non ci si deve scherzare“. Poi parla di sé: “Capita di vivere in una città che non ci appartiene, di innamorarsi, di decidere di rimanere, perché casa è dove ti costruisci una famiglia. Si va un po’ in crisi, ma anziché chiudersi se ne approfitta per uscire dalla zona di confort, e ne viene fuori un lavoro di cui essere molto orgoglioso“.
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