Arrivata a spopolare negli anni Cinquanta grazie ai suoi nuovi rivoluzionari prodotti desideratissimi da tutte le casalinghe degli Stati Uniti, la Tupperware, l’azienda produttrice di contenitori ermetici in plastica è sull’orlo della chiusura.
Capace di promuovere prodotti come la “Ciotola meraviglia”, in grado di far guadagnare miliardi di dollari, dopo la pandemia a un declino delle plastiche (anche e soprattutto non amate dai giovani) l’azienda ha risentito molto di questi shock.
Tutti abbiamo avuto o abbiamo in almeno uno stipetto in casa una quantità di contenitori di plastica esorbitante, impilati l’uno sull’altro, pronti all’uso. Abbiamo una cucina che straborda di plastiche di ogni tipo e colore. Immaginiamo cosa dev’essere stato per la prima grande azienda produttrice di contenitori di plastica l’arrivo di questa pratica (o mania) presso le cucine americane prima, e di tutto il mondo poi.

Questa azienda americana che tra anni ’50 e ’60 ha fatto della plastica la sua materia prima di guadagno, ebbe la geniale idea di vendere a domicilio contenitori a milioni di donne. Le brutte notizie per la Tupperware arrivano nell’ultimo periodo e soprattutto in questi giorni. Nel corso dell’ultima settimana le azioni sono crollate di quasi il cinquanta per cento, del 95 per cento in un anno. Una caduta spaventosa tra mercato in sofferenza, scelte dei consumatori differenti e aziende più interessate al riciclabile o al compostabile.

Tupperware, arrivata sul tetto commerciale del mondo grazie ai suoi contenitori ermetici per cibi, sta disperatamente cercando nuovi capitali per sopravvivere. Ci sono nuovi consulenti finanziari in forza all’azienda americana “per aiutare a migliorare la struttura di capitale” oltre che per eliminare ogni dubbio sulla possibilità che l’azienda possa andare avanti.
Stando a quanto riportato da Bloomberg, c’è un debito di circa 700 milioni di dollari che Tupperware deve provare a coprire. Il ceo Miguel Fernandez ha dichiarato che Tupperware “ha intrapreso un percorso” per riadattare l’operato dell’azienda. C’è necessità di sanare la posizione di capitale e liquidità. “L’azienda sta facendo tutto ciò che è in suo potere per attenuare gli impatti dei recenti eventi – continua Fernandez – e stiamo prendendo provvedimenti immediati per cercare finanziamenti aggiuntivi e affrontare la nostra posizione finanziaria”.
Già nel 2020, in occasione della pandemia, la Tupperware aveva accusato gravi difficoltà. Determinant4 l’evoluzione del mercato, delle scelte dei consumatori e di un business non più fiorente.
L’azienda ha quasi 80 anni di vita. Fondata nel 1946 da Earl Tupper, si è imposta come leader degli articoli per la cucina. Il suo metodo di vendita? Le celebri “riunioni a casa tra gruppi di amiche e venditori”. A sentirlo così, dà il senso di come si stia parlando di qualcosa di decisamente superato.

Anche la grande distribuzione ha preso direzioni diverse, e nell’ultimo scorcio del 2022 le vendite sono scese del 20%. Il colosso della plastica in cucina potrebbe quindi lasciare spazio definitivamente al nuovo che avanza.