Era il 31 luglio quando il 36enne Francesco Mazzega ha ucciso a Palmanova (Udine) Nadia Orlando, al culmine di una lite per motivi di gelosia.
L’uomo aveva strangolato la donna e aveva vagato per tutta la notte con il cadavere in auto, prima di costituirsi.
Un mese dopo il Tribunale del Riesame ha concesso i domiciliari all’assassino reo confesso e stamattina, con l’arrivo del braccialetto elettronico, l’uomo è stato scarcerato dalla prigione di Pordenone.
Mazzega, quindi, è tornato a vivere con i genitori a Muzzana del Turgnano, dove trascorrerà i domiciliari in attesa del processo.
A nulla, quindi, sono valse le critiche dell’opinione pubblica, le 64mila firme su Change.org e le proteste dei familiari di Nadia che, tramite il proprio legale, hanno affermato che la decisione del giudice è “come un pugno nello stomaco“.
Incredibile che “a distanza di neanche un mese – ha affermato l’avvocato dei genitori della vittima – i giudici potessero concedere all’assassino un simile beneficio. Lo stato d’animo che li pervade in queste ore è quello di rabbia e sgomento. Ma non di rassegnazione“.